I quattro obiettivi del Governo Conte vanno sbrigati tutti dopo la fine dell’estate. Non c’è solo il Fondo Salva Stati e la manovra economica a far perdere il sonno al Consiglio dei ministri.
Il mese di settembre rischia di essere cruciale per il destino del Governo Conte. E non solo perchè in questo mese, che accompagna verso la fine dell’estate ma è spesso torrido in ottica politica, si tornerà alle urne. Il voto per eleggere sette nuovi governatori di altrettante regioni, oltre all’esito del referendum sul taglio del numero dei parlamentari, sono solo due degli aspetti da tenere in considerazione. In attesa di ottenere i risultati della tornata elettorale, il Governo lavora per raggiungere quattro obiettivi che ci si è posti.
Un altro aspetto importante è quello della scuola, per la quale il ministro Azzolina continua a tenere il pugno di ferro. Si riaprirà il 14 settembre, non ci sono ulteriori soluzioni o proroghe su questa data. Ma nel frattempo, come detto, c’è questo poker di obiettivi che l’attuale esecutivo vuole portare a casa. Un modo per accelerare i tempi sui lavori di ripresa del Paese post-lockdown. Ma anche un modo per dare un segnale agli italiani, sulla solidità, la compattezza e le buone intenzioni del Governo. In primis, come ben sappiamo, c’è la questione Mes.
Il Fondo Salva Stati torna a essere un tema centrale a Palazzo Chigi. Finora il premier Conte e il ministro dell’economia Gualtieri si sono arrogati il diritto di rimandare la decisione sul Mes. Ma ora che i tempi sono maturi per prendere una posizione su questo provvedimento, la situazione torna a farsi calda. Anche perchè, qualsiasi decisione verrà presa, potrebbe aprire a delle spaccature all’interno della squadra di Governo. Il capo di Palazzo Chigi ha sempre parlato di analisi dei flussi di cassa prima di propendere per il sì al Mes. Ma a settembre bisognerà decidere.
Un altro passaggio da finalizzare proprio nel prossimo mese è quello relativo alla gestione del denaro ricevuto da Bruxelles. Ci sono 209 miliardi di euro – buona parte dei quali a fondo perduto – da distribuire per migliorare quanti più aspetti possibili della vita del nostro Paese. Finora sono state raccolte alcune proposte dai vari ministeri, i quali hanno composto una lunga lista di progetti. Ma ora tocca proprio al Governo prendere una decisione su ciò che va fatto, e soprattutto con quali tempistiche. Il piano, in questo caso, verrà presentato con ogni probabilità a ottobre.
Si passa quindi al debito, visto che entro fine settembre il Governo Conte dovrà presentare la Nadef. La nota di aggiornamento al dipartimento di economia e finanza dovrà contenere le ultime stime ufficiali sulla caduta del Pil, sul deficit e sul debito. Inoltre sarà necessario indicare le prospettive per la finanza pubblica nel biennio 2022-2023. Un tema che non è stato affrontato nel Def messo su ad aprile, a causa della sopraggiunta emergenza sanitaria. Un altro passo necessario è l’indicazione della prospettiva della riduzione del debito, per una crescita nominale richiesta sopra il 2%.
E poi c’è la legge di bilancio, che si aggiunge alla lista di impegni del ministero dell’economia per l’inizio dell’autunno. Il governo deve costituire questa legge in vista del nuovo anno, con tutta una serie di situazioni da monitorare. In primis la questione del fisco, visto che il ministro Gualtieri sta lavorando con il suo team per una riforma che abbassi la pressione fiscale sui ceti medi. Ma come verrà rifinanziato il tutto? Sembra che sia prevista una sfoltitura delle tax expenditures, ovvero qualcosa che finora non è mai stato realizzato.
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Ma non è finita qui. Si aprirà un tavolo di confronto sul tema dello smart working ed è previsto un doppio intervento per incentivare le assunzioni al femminile. Bisognerà riaprire il negoziato tra la Cassa Depositi e Prestiti e il gruppo Autostrade, con il nodo concessioni che continua a tenere banco. Partirà la prossima settimana il lavoro necessario per la costituzione della Newco che redigerà il piano industriale della nuova Alitalia. E poi c’è la questione relativa alla creazione di una società unica per la rete in fibra. Insomma, la carne da mettere al fuoco è tanta: a settembre si accenderà tutto.
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