Un ragazzo algerino di 42 anni era stato condotto in questura dopo aver provato a rubare un’auto. Lo avevano chiuso in una stanzetta in attesa dell’interrogatorio, ma lui si è tolto la vita.
Un episodio clamoroso è avvenuto in questa domenica di fine agosto a Milano. Il protagonista della vicenda è un uomo algerino di 42 anni, che ha deciso di togliersi la vita in questura. L’episodio è avvenuto nei locali della zona Porta Venezia del capoluogo lombardo, a causa di un arresto messo a segno nei minuti precedenti. I poliziotti di pattuglia in zona, infatti, avevano sorpreso il 42enne nord-africano mentre tentava di forzare la portiera di una macchina. Con lui c’era anche un complice, un marocchino di 23 anni, anch’esso fermato e portato in questura.
All’interno delle camere dei fermati in questura, non c’era nessuno. Per questo motivo, le forze dell’ordine hanno deciso di rinchiudere i due nord-africani fermati in altrettante stanze diverse. Tuttavia, questa decisione potrebbe essersi rivelata fatale, considerando la condotta del 42enne algerino. Quest’ultimo si è ritrovato da solo all’interno della stanza dei fermati per oltre un’ora. Tanto gli è bastato, dopo una riflessione altrettanto lunga, per pensare e mettere in atto l’insano gesto, che è stato scoperto quando ormai era troppo tardi.
L’algerino si è tolto la maglietta, strumento che gli è servito per compiere il gesto. Dopodichè è riuscito a trasformarla in un vero e proprio cappio, annodandola e rendendola resistente. In seguito ha legato la maglietta alle grate di una finestra della questura che dava verso l’esterno. Da lì a poco, il 42enne è riuscito ad annodare il suo cappio improvvisato al collo, per poi lasciarsi penzolare. Pochi minuti dopo l’episodio, i poliziotti erano tornati nella stanza per prelevare l’imputato, ma hanno scoperto che si era tolto la vita.
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L’episodio del furto è avvenuto in via Felice Casati, dove i due nord-africani erano stati sorpresi a tentare il furto con scasso. L’algerino è stato trovato dagli agenti di polizia riverso sul pavimento, con il corpo abbandonato e la testa in una posizione non naturale. Le forze dell’ordine hanno provato a rianimarlo mentre arrivava l’ambulanza, ma ogni tentativo si è rivelato vano. In questo momento sono partite le indagini per scoprire qualcosa di più sui trascorsi e le abitudini del 42enne algerino. Non è da escludere che alla base di questo suicidio ci fossero degli affari in sospeso.
Anche perchè per lui era prevista la denuncia a piede libero, prima di un ritorno alla libertà.
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