Perchè i mille contagi di maggio sono diversi da quelli registrati ieri

Sono 947 i nuovi contagi fatti registrare il 21 agosto. Rispetto alla primavera la situazione è nettamente diversa. È scesa l’età media dei contagiati e la situazione negli ospedali è molto meno pesante.

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La giornata di ieri ha risvegliato negli italiani la paura di una nuova diffusione selvaggia del Coronavirus. Sono stati 947 i nuovi casi di contagi resi noti nel consueto bollettino del Ministero della Salute. Una sfilza di dati che, nostro malgrado, ci tiene compagnia ormai da sei mesi, da quando per la prima volta il capo della Protezione Civile Borrelli si presentava davanti ai giornalisti in sala stampa. Non si registrava un numero così alto di nuovi contagi da ormai tre mesi. Era il 16 maggio quando erano i contagiati nelle ultime 24 ore erano stati 875.

Ma come si può facilmente notare, i quasi 900 contagi fatti registrare quasi cento giorni fa sono ben diversi dai quasi mille di ieri. E sono tante le motivazioni che ci inducono a pensare che la situazione sia diametralmente opposta. A dispetto di un numero molto alto – e ben distribuito – di nuovi contagiati, non bisogna somministrare paura e ansia agli italiani. Anche perchè siamo ben consapevoli, in base alle notizie che arrivano da tutto il Paese, della nuova modalità di diffusione del Covid-19. Un virus che circola tra i giovani e i soggetti che si trovano in vacanza.

Ma andiamo ad analizzare la situazione in maniera più dettagliata. Anche perchè ci sono alcuni aspetti che spiegano che la diffusione del Coronavirus negli ultimi giorni non può portare a un eccessivo allarmismo. In primis un netto crollo nell’età media dei contagiati, che è scesa ben al di sotto dei 40 anni. Per poi andare ad analizzare la situazione degli ospedali: si registra un lento aumento del numero di persone ricoverate, ma la pressione nei reparti è sotto controllo. Per poi andare ad analizzare un altro dato: la quasi totalità dei nuovi contagiati è asintomatica.

È fondamentale rispettare le norme anti-Covid per evitare che i dati peggiorino – meteoweek.com

Partiamo dal primo aspetto, ovvero quello che riguarda l’età media dei nuovi casi di contagio. Abbiamo avuto modo di notare che sono davvero tanti – se non quasi tutti – i giovani sotto i 40 anni che hanno contratto il Covid-19. Si tratta di soggetti che, fatta eccezione per alcuni casi, hanno una percezione diversa del virus. Una carica immunitaria decisamente più forte rispetto agli anziani, ovvero le vere vittime dell’ondata in primavera. Per questo motivo, per quanto i numeri possano far pensare in negativo, in realtà la situazione può essere gestita in maniera meno frenetica.

Anche perchè gli ospedali non sono affatto in sofferenza, com’è invece accaduto proprio in occasione dell’ondata di marzo e aprile. Cresce il numero delle persone che fanno ricorso al ricovero in ospedale, è vero, ma in maniera molto lenta. Giusto una manciata di casi giorno dopo giorno, fermo restando che nel frattempo spuntano casi di persone che guariscono e vengono dunque dimesse. E poi c’è un altro aspetto fondamentale, ovvero la stretta correlazione tra il numero dei nuovi contagi e quello dei tamponi, oltre 70mila da almeno tre giorni.

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Ultimo ma non ultimo, è l’aspetto che riguarda la modalità di diffusione del Covid-19. Come detto, la quasi totalità dei nuovi contagi degli ultimi giorni è asintomatica, pertanto non presenta sintomi tali da creare preoccupazione. Basta in questo caso rispettare la quarantena e sottoporsi a nuovo tampone nel giro di pochi giorni, per verificare lo stato del virus. Ma non è tutto, visto che c’è una visione chiaramente più preventiva nei confronti del Covid. Specialmente da parte delle persone più in là con gli anni, decisamente più protette rispetto a sei mesi fa.

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