Gli inquirenti battono una nuova pista nel caso Parisi: qualcuno potrebbe aver aggedito Viviana e Gioele, causandone la morte. L’esame del Dna darà conferme.
Continuano le indagini sul caso Parisi, nella speranza che nuovi dettagli possano emergere a risolvere l’intricato mistero della morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele. Oggi la Polizia Scientifica ha eseguito un nuovo sopralluogo nelle campagne di Caronia, luogo del ritrovamento dei corpi di madre e figlio. Nel pomeriggio di ieri inoltre la Scientifica ha eseguito un altro esame sul corpo di Viviana, ritrovata senza vita lo scorso 8 agosto. In particolare gli inquirenti cercano tracce di Dna sugli indumenti della donna. Chi indaga sembra aver dunque messo da parte l’ipotesi dell’omicidio-suicidio: in queste ore si va a caccia di indizi che possano confermare la presenza di un aggressore.
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Una nuova ipotesi
Ad un certo punto dell’indagine si era pensato che alcuni animali feroci avessero attaccato Viviana e suo figlio. La pista però era stata accantonata, dal momento che i morsi presenti sul cadavere della Dj 43enne erano riconducibili ad un momento post mortem. Ma la possibilità che Viviana e Gioele siano incappati in un “incontro sfortunato” – come lo aveva definito il procuratore di Patti, Angelo Cavallo – rimane. Sarà l’esame sui vestiti di Viviana a dare agli inquirenti qualche risposta. Si tratta di un esame complesso, visto lo stato di decomposizione in cui gli inquirenti hanno ritrovato il corpo della Dj. La Scientifica di Palermo ha eseguito l’esame in presenza del medico legale incaricato dalla procura di Patti, Elvira Ventura Spagnolo.
Ed è proprio Ventura Spagnolo che, in un’intervista rilasciata ad Adnkronos, spiega le procedure eseguite durante l’esame. “Abbiamo fatto dei prelievi al fine di effettuare delle successive indagini di carattere genetico-forense. Quindi l’estrazione del Dna per capire intanto la tipologia di materiale presente sull’indumento. A quel punto viene individuato se si tratta di materiale di natura umana e si estrae il Dna”. Il medico legale ha poi aggiunto: “Bisogna considerare che essendo un indumento indossato da un cadavere in avanzato stato di putrefazione può essere intriso di materiali putrefattivi e quindi il Dna può essere deteriorato. Dunque non necessariamente la sua estrazione può essere agevole”.