La strada verso il Superbonus è ricca di insidie. Ci sono almeno dieci passaggi da seguire per ottenere la somma richiesti. Tra questi spiccano asseverazioni, assemblee condominiali e attestati di prestazione energetica.
Il Superbonus del 110% continua a essere uno degli obiettivi più ambiti per la seconda parte dell’anno in corso. È uno dei provvedimenti previsti dal Governo nazionale per concedere un nuovo incentivo ai propri connazionali. Ma come abbiamo avuto modo di vedere, non mancano i problemi e gli ostacoli da superare per arrivare a questa cifra. Così, come si può leggere anche su Il Sole 24 Ore, vengono elencati ben dieci ostacoli che dividono il contribuente e il Superbonus. Si tratta di piccoli incidenti di percorso, che vanno superati in maniera brillante per accedere al bonus.
In primis è necessario capire se questa agevolazione si applica a qualunque tipo di condòmino. In particolare per quanto riguarda gli interventi nei condomini che comprendono professionisti, imprese, società, Iacp o Onlus. In questi ultimi casi, non verrebbe applicato il tetto delle due unità immobiliari. Inoltre, per deliberare i lavori del 110% servirà la maggioranza dei soggetti che intervengono in assemblea, per un totale di un terzo dei millesimi dello stabile. Ma si potrebbe passare dall’attuale quorum deliberativo a uno costitutivo, che prevede la maggioranza dei partecipanti e i due terzi del valore dell’edificio.
Si legge anche che il proprietario di un edificio non può usufruire del Superbonus. Questo perchè le parti su cui eseguire i lavori e che sono condivise dai condòmini non appartengono, per l’appunto, a un singolo condomino. Viene così interrotta una prassi seguita in maniera distratta in merito alle detrazioni per le ristrutturazioni. Un capitolo a parte lo meritano i negozi e i loft. Si tratta di spazi al piano terra di stabili, che hanno una propria autonomia funzionale. In questo caso, così come per le villette a schiera, ci saranno agevolazioni pur essendoci impianti separati. Ne potranno giovare anche i condòmini.
Novità anche per il credito d’imposta. Si tratta di un diritto personale dei condòmini, quindi non può essere oggetto di una votazione a maggioranza dell’assemblea. Ogni singolo condomino potrà disporne come meglio crede, in maniera separata l’uno dagli altri. Potrebbe non essere sfruttato il Superbonus, per alcuni interventi trainati. Tra questi spiccano la riqualificazione energetica globale, gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni, per più del 25% della superficie disperdente lorda. Ma anche gli interventi congiunti ecobonus-antisismico, l’acquisto e posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione e di dispositivi multimediali per il controllo da remoto per riscaldamento o climatizzazione.
Un altro passaggio fondamentale riguarda gli incentivi degli istituti di credito e la cessione dei suddetti crediti. Uno dei più grandi dubbi riguarda l’eventualità di cedere da parte dei soli condòmini privati, o se sarà aperto anche alle imprese. Da tenere in considerazione anche la differenza tra le singole regioni. Potrebbero esserci dei provvedimenti assunti in maniera diversa, soprattutto per l’intervento sull’Ape dell’intero edificio. Alcuni enti regionali, infatti, hanno deciso di adottare previsioni differenti, specialmente sugli interventi trainati.
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Il Superbonus, inoltre, andrà a potenziare il vecchio sismabonus, ovvero una variabile fino all’85% come incentivo sui danni causati dai terremoti. Maggiori saranno gli interventi sugli stabili per fronteggiare eventuali scosse telluriche, più alto sarà l’incentivo in tal senso. L’ultimo passaggio riguarda i dubbi sull’asseverazione per gli interventi di messa in sicurezza. Con il Superbonus, infatti, sarà possibile portare in detrazione anche le opere di adeguamento statico. Anche se il dubbio riguarda proprio l’applicazione dell’asseverazione in casi del genere.