Un centinaio di volontari si sono aggiunti alle forze dell’ordine per cercare Gioele. Nel frattempo arrivano conferme sui problemi mentali di Viviana.
“Viviana soffriva di paranoia e ha avuto un crollo mentale dovuto a una crisi mistica”. Così recita il certificato medico datato 17 marzo scorso e ritrovato nel cruscotto dell’Opel Corsa che Viviana Parisi ha abbandonato in autostrada dopo l’incidente del 3 agosto. Da quel momento della donna e di suo figlio Gioele, di soli 4 anni, si sono perse le tracce. Viviana poi è stata ritrovata cadavere sotto un traliccio nelle campagne di Caronia 5 giorni più tardi. Proseguono invece le ricerche di Gioele, di cui ancora non si ha alcuna notizia.
Soccorsi troppo lenti
Molte notizie si sono accavallate sulle condizioni psichiche di Viviana. Ora il certificato rinvenuto nella sua auto non lascia alcun dubbio: la Dj 43enne era fragile e le sue condizioni mentali precarie. Lo conferma anche Claudio Mondello, uno degli avvocati della famiglia di Viviana, nonché cugino di Daniele, marito della donna. “Viviana era una donna fragile, con manie di persecuzione e deliri mistici” – dice l’avvocato. Proprio queste tendenze al misticismo spiegherebbero la volontà della donna di recarsi a Motta d’Affermo, dove si trova la Piramide di Luce. L’installazione è famosa per essere legata ai riti di rinascita.
Il mistero intorno alla morte di Viviana e alla scomparsa del piccolo Gioele si infittisce di ora in ora. Mentre le ricerche del bambino proseguono senza sosta, si accendono anche le polemiche. A farsi protagonista è un avvocato della famiglia Parisi, Pietro Venuti, che accusa i soccorsi di essere intervenuti troppo lentamente a seguito dell’incidente sull’autostrada Messina – Palermo. “La polizia stradale è arrivata dopo 20 minuti, i Vigili del fuoco ci hanno impiegato un’ora. Se ci fosse stata più celerità nei tempi, forse Viviana non sarebbe arrivata così lontano” – dice senza mezzi termini il legale. E aggiunge: “La perlustrazione effettuata dai Vigili del fuoco per trovare lei e il piccolo Gioele ha riguardato un raggio di circa cinquecento metri. Troppo poco”.
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Le ricerche di Gioele
Sulle responsabilità del tragico epilogo della vicenda però c’è poco tempo per dilungarsi. Ora tutte le energie sono orientate al ritrovamento del piccolo Gioele, le cui tracce si sono perse da più di 14 giorni. Alle ricerche partecipano anche i cittadini di Caronia e Sant’Agata Militello, che hanno risposto all’appello disperato di Daniele, padre di Gioele e marito di Viviana. “Invito tutti quelli che ci vogliono bene a partecipare alle ricerche di mio figlio” – scrive l’uomo su Facebook. Una gara di solidarietà apprezzabile, ma che potrebbe non aiutare le forze dell’ordine. “Queste persone faranno un percorso autonomo e non si uniranno alla Protezione civile, perché sarebbero d’ostacolo alle indagini” – assicura Angelo Cavallo, procuratore di Patti.
Una gara di solidarietà
Ma per trovare Gioele c’è davvero bisogno di tutto l’aiuto possibile. Sarà infatti mobilitato anche l’esercito. “Se non si trova Gioele è una sconfitta per lo stato” – commenta l’avvocato Claudio Mondello. Tutte le persone intenzionate ad aiutare la famiglia si sono riunite oggi presso il campo base di Caronia per organizzare le ricerche. Anche Daniele Mondello era lì, ma non si è fermato. “Siamo qui e abbiamo iniziato le ricerche con un gruppo ristretto di familiari” – ha detto Mariella Mondello, sorella di Daniele.
“Siamo venuti perché siamo padri di famiglia e siamo sensibili a questo caso” – dicono alcuni volontari, mentre alcuni esponenti del Club le aquile di Alcara il Fusi affermano: “Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
La speranza è che la grande solidarietà raccolta dopo l’appello di Daniele Mondello porti questo tragico mistero ad un epilogo positivo.