Emerge un documento in cui si svela cosa accade a scuola, in caso di qualsiasi soggetto positivo al Covid. Non viene ancora spiegato se è prevista la chiusura automatica di tutto l’edificio.
Basterà un singolo contagio all’interno di una classe per far scattare la quarantena a scuola. Questo è quanto emerge da un documento che il Ministero per l’istruzione farà arrivare a tutti i protagonisti del prossimo anno scolastico. Il documento ha come titolo “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia“. Verrà recapitato dai collaboratori del ministro Azzolina a presidi, docenti, Asl e famiglie degli alunni. Dunque la scuola dovrà prepararsi in maniera minuziosa, in caso di soggetto positivo.
A stendere questo documento sono stati l’Istituto superiore di Sanità, i ministeri alla Salute e all’Istruzione, la fondazione Kessler e le Regioni Veneto ed Emilia-Romagna. Non appena si scopre un caso di positività all’interno di una scuola, dovrà prendere il via l’attività di contact tracing. Chi ha contratto il Covid-19 dovrà spiegare per filo e per segno i movimenti e dichiarare le persone con cui ha avuto contatti diretti nelle 48 ore precedenti. Da lì in poi scatterà la quarantena in isolamento, per il soggetto positivo e per quelle entrate in contatto con lo stesso.
Tuttavia, nel documento non si spiega cosa potrebbe accadere alla scuola – inteso come edificio – in cui si verifica il caso di positività. Tra le righe si legge che “un singolo caso in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata“. L’uso del condizionale fa capire che questo genere di decisioni verrà preso in divenire. Tuttavia, il documento redatto dal ministero della salute e dell’istruzione è in via di completamento ed entro la fine della settimana verrà reso noto ai soggetti diretti interessati.
Nelle prime righe di questo documento, ne vengono rese note lo scopo e le finalità. Si tratta infatti di “fornire un supporto operativo per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai da Covid-19 collegati all’ambito scolastico adottando modalità razionali, condivise e coerenti sul territorio nazionale ed evitando frammentazione e disomogeneità“. Dunque i ministeri della salute e dell’istruzione puntano a un fronte comune nella lotta al Covid. Partendo dalla scuola, in cui non dovrebbero avvenire disuguaglianze. E si tratterebbe di una prima volta, visto che spesso le regioni hanno preso il comando in maniera individuale.
Il protocollo scatterà quando un soggetto avrà più di 37,5° di febbre oppure uno dei seguenti sintomi. Si tratta di tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali, dispnea, mialgie cioè dolori muscolari, congestione nasale, problemi di olfatto e di gusto e altro. In caso di alunno positivo, questo dovrà avvertire il referente scolastico, che chiamerà subito i genitori. Nel frattempo il ragazzo verrà portato in una stanza di isolamento, allestita ad hoc. Se avrà più di 6 anni dovrà indossare la mascherina, in attesa che i genitori vengano a prenderlo. Questi dovranno chiamare il medico di famiglia o il pediatra, che a sua volta entrerà in contatto con l’Asl per chiedere il tampone.
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Nel caso di docente o operatore scolastico con sintomi, questo dovrà indossare la mascherina, allontanarsi dalla scuola e chiamare il medico. Se viene confermata la positività, la procedura sarà la stessa seguita per gli alunni. In entrambi i casi, se ci sono stati contatti stretti con un caso di positività esterno alla scuola, scatterà la quarantena. Dopodichè sarà l’Asl a stabilire se questo provvedimento va esteso a compagni di classe o colleghi. E sulla chiusura della struttura si legge che questa “dovrà essere valutata dal dipartimento in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus nella comunità“.
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