Con la nuova impennata di contagi da coronavirus nel nostro Paese, il consigliere del ministero della Salute Water Ricciardi ha evidenziato alcuni dubbi sulla riapertura delle scuole. “Tutto dipenderà dal comportamento responsabile delle persone”.
Preoccupa l’impennata dei nuovi casi di coronavirus in Italia. E a preoccupare è anche l’incertezza sulla riapertura delle scuole, disposizione sulla quale sia la task force sanitaria che il Ministero dell’Istruzione stanno ancora attentamente valutando le misure e le risposte necessarie. Del resto, questi di fine agosto “sono giorni decisivi per la scuola”, dato che “la riapertura non è scontata”.
Queste sono le parole che Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, ha rilasciato in una ricca intervista per le pagine de Il Messaggero. L’eventuale riapertura dei cancelli e il ritorno in classe da parte di alunni e personale, infatti, “dipenderà dal comportamento responsabile delle persone”.
Ricciardi: “Il rischio che le scuole non riaprano c’è”
Queste ultime settimane saranno di fondamentale importanza nella valutazione di una riapertura o meno degli istituti scolastici di vario ordine e grado. Infatti, se nei prossimi giorni il numero dei contagi continuerà a crescere, spiega Ricciardi, “c’è un problema serio da affrontare. Non è ipotizzabile solo la chiusura di aree con focolai, ma anche che non riaprano le scuole a settembre”.
Del resto, spiega l’esperto ai giornalisti, “la problematicità è diffusa su tutto il territorio nazionale. Non c’è nessuna zona che parte avvantaggiata o svantaggiata. Tutto dipenderà dalla capacità che avranno i territori e le autorità sanitarie di intercettare e circoscrivere i focolai”. Perché “non c’è nessuna parte del territorio nazionale che oggi è immune. Tutte quante le Regioni sono vulnerabili e a rischio, e ripartono da una condizione simile. Forse le uniche ancora svantaggiate dalla situazione precedente sono la Lombardia, il Veneto e, in parte, l’Emilia Romagna. Queste tre Regioni continuano ad avere dati peggiori rispetto al resto d’Italia”.
Al momento, allora, il rischio che bambini e ragazzi non possano tornare a scuola si fa piuttosto consistente. “Dipende se il trend si inverte anche attraverso la decisione presa domenica dal governo di chiudere discoteche e di limitare la movida attraverso l’uso delle mascherine”, spiega Ricciardi.
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E prosegue: “Noi possiamo e dobbiamo lavorare perché le scuole riaprano, ma è chiaro che se abbiamo una esacerbazione e una crescita dei casi, si riapre un enorme punto interrogativo, perché di fatto in queste condizioni le scuole potrebbero essere fonte di nuovi focolai. Quindi, bisogna fare tutti gli sforzi possibili e immaginabili per riaprire le scuole, e questo significa che serve che da una parte le persone abbiano comportamenti adeguati e che le autorità si preparino adeguatamente”.