Mattarella ricorda Francesco Cossiga a dieci anni dalla scomparsa. Solidarietà ed integrazione per superare il dramma del Covid.
“Ricorrono dieci anni dalla scomparsa di Francesco Cossiga, eletto alla più alta magistratura della Repubblica il 24 giugno 1985, chiamato a svolgere il proprio mandato in una stagione di grandi cambiamenti degli equilibri internazionali e di profonde trasformazioni nella vita civile, economica, sociale del nostro Paese. Francesco Cossiga era animato da una grande passione civile, da una fede robusta rispettosa del principio di laicità dello Stato, da una vasta cultura che lui seppe sviluppare negli studi, nell’università”. Così il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella ricorda Francesco Cossiga: un sentito ricordo all’interno di un lungo comunicato dedicato allo statista scomparso il 17 agosto del 2010. “Iniziò molto giovane la militanza politica, avendo maturato una sensibilità antifascista nell’ambiente familiare. Pur assumendo in giovane età responsabilità nel partito della Democrazia Cristiana – e divenendo presto consigliere comunale e deputato – intraprese la carriera accademica come docente di diritto costituzionale” ricorda il capo dello Stato. “Aveva a cuore i temi dell’autonomia regionale, dell’ammodernamento della Pubblica amministrazione, dell’equilibrio tra gli organi e i poteri dello Stato, mentre la società accelerava la sua trasformazione. Da Parlamentare e da uomo di governo si dedicò con grande cura all’ordinamento e al funzionamento dei servizi di informazione e di sicurezza. Atlantista convinto ed europeista sincero, Cossiga ha operato con determinazione affinché l’Italia potesse svolgere un ruolo di primo piano nell’alleanza occidentale, nel dialogo mediterraneo, nella
cooperazione internazionale. Tenendo ferma questa prospettiva,
si è impegnato per accorciare le distanze che dividevano i
partiti italiani sulla politica estera”. “Nella lotta al terrorismo – aggiunge Mattarella – è stato un tenace difensore dello Stato democratico. L’orizzonte della sua azione di contrasto alle bande armate, e all’estremismo ideologico che le ispirava, è sempre stato caratterizzato dalla difesa dei valori costituzionali. Il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, la strage degli uomini della sua scorta, il fallimento dei tentativi di liberazione provocarono in lui una ferita non più rimarginata. Si dimise da Ministro dell’Interno assumendosi la piena responsabilità dell’operato delle Forze di Polizia e degli investigatori. Fu un momento di frattura nella storia del Paese, e in quella personale di Cossiga”. “Il Presidente Cossiga – ricorda ancora Mattarella – fu chiamato poi a nuove responsabilità, prima alla guida del Governo, poi alla Presidenza del Senato. Durante il suo mandato di Presidente della Repubblica, la caduta del Muro di Berlino e i cambiamenti nell’Europa dell’est aprirono una nuova stagione, mutando radicalmente gli equilibri seguiti agli esiti della Seconda guerra mondiale”. “Cossiga comprese senza ritardi che le trasformazioni
avrebbero coinvolto il nostro Paese, ponendo sfide inedite alle
istituzioni, alle forze democratiche, all’intera società civile.
Già nel discorso di insediamento, pronunciato davanti alle
Camere riunite, aveva associato la parola “speranza” con un
“invito alla comune costruzione del nuovo”. Il messaggio alle
Camere sulle riforme costituzionali fu, nella sostanza, l’atto
conclusivo del settennato, nei mesi in cui lui stesso ingaggiò
un confronto, talvolta aspro, con esponenti del Parlamento e dei
partiti. La sua testimonianza umana e civile, gli ideali
maturati fin dalla gioventù – conclude il presidente della
Repubblica -, sono parte di quel patrimonio democratico comune
che siamo chiamati a trasmettere alle generazioni più giovani”.
Il presidente Mattarella si è poi voluto soffermare sulla ricostruzione post Covid. L’occasione è la quarantesima edizione del “Meeting per la solidarietà tra i popoli”: “Questa quarantunesima edizione del Meeting si svolge mentre la terribile pandemia semina sofferenze e morte a ogni latitudine, facendo irruzione nella nostra storia e costringendoci a un rallentamento, purtroppo con pesanti conseguenze economiche e sociali. Siamo ora chiamati a ripartire con maggiore qualità, con più forte coscienza di comunità, con un nuovo sviluppo che rispetti la natura e superi le discriminazioni sociali”. Il messaggio di Mattarella è indirizzato al Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz. “Riflettere su quanto avvenuto” e “avviare l’opera di ricostruzione. Questa non può attendere e ha bisogno, al tempo stesso, di profonda idealità, di ampia visione, di grande concretezza”. E’ uno dei passaggi più significativi del messaggio, dedicato all’emergenza
coronavirus. “Nei passaggi storici più importanti – sottolinea il capo dello Stato – pesano, ovviamente, le condizioni materiali. Ma il rilancio è possibile se, accanto al legittimo gioco degli
interessi, si manifesta capacità progettuale, tendenza allo
sviluppo integrale della persona, impegno per la crescita di
umanità che sconfiggano spinte alla chiusura, al risentimento,
all’avversione, che condurrebbero invece al fallimento”. “Cogliere il cambiamento, di cui l’Unione europea è stata capace nella risposta alla pandemia e nel progettare la ripartenza, è oggi la premessa di un rilancio dell’Italia. Il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili e soltanto nell’integrazione e nella solidarietà europea può costruire un domani adeguato per i suoi figli”. “All’impegno economico, sociale, culturale che ne deriva – aggiunge il Presidente – tutti possiamo e dobbiamo contribuire. Le istituzioni anzitutto e l’intera società, con le sue forze economiche e le sue preziose autonomie sociali. Questo è il percorso per colmare i ritardi e rendere più saldi l’Italia e l’avvenire delle sue giovani generazioni”. “Questa quarantunesima edizione del Meeting si svolge mentre la terribile pandemia semina sofferenze e morte a ogni latitudine, facendo irruzione nella nostra storia e costringendoci a un rallentamento, purtroppo con pesanti conseguenze economiche e sociali. Siamo ora chiamati a ripartire con maggiore qualità, con più forte coscienza di comunità, con un nuovo sviluppo che rispetti la natura e superi le discriminazioni sociali”.
“Gli organizzatori del Meeting – osserva Mattarella – ne hanno
manifestato consapevolezza nel confermare il programma di
iniziative. Queste, ancora una volta, accresceranno il
patrimonio culturale e le occasioni di confronto nel Paese, e
rappresenteranno per le tante comunità di riferimento un momento importante di fraternità e di crescita”. “Ai promotori, ai volontari, ai relatori, agli ospiti – scrive ancora il capo dello Stato – rivolgo l’augurio più sincero. Il tema di quest’anno – “Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime” – è stato scelto prima che comparisse il virus e tuttavia costituisce uno stimolo, quanto mai appropriato, per riflettere su quanto avvenuto e per avviare l’opera di ricostruzione. Questa non può attendere e ha bisogno, al tempo stesso, di profonda idealità, di ampia visione, di grande
concretezza. Nei passaggi storici più importanti pesano,
ovviamente, le condizioni materiali. Ma il rilancio è possibile
se, accanto al legittimo gioco degli interessi, si manifesta
capacità progettuale, tendenza allo sviluppo integrale della
persona, impegno per la crescita di umanità che sconfiggano
spinte alla chiusura, al risentimento, all’avversione, che
condurrebbero invece al fallimento” sottolinea in conclusione Mattarella.
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