Il docente dell’Università di Padova si scaglia contro il collega del San Raffaele di Milano. “Nessuno entra più in terapia intensiva? Forse nel suo ospedale”, sostiene Crisanti.
Una delle cose che non ci mancheranno affatto, di questa lunga e all’apparenza interminabile emergenza Coronavirus, è il continuo scontro verbale tra gli esperti. Virologi, docenti universitari e opinionisti sempre pronti a darsi contro, l’uno con l’altro. E per un motivo semplice e incomprensibile, ovvero difendere pubblicamente la propria opinione anzichè lavorare a fondo per combattere questo nemico invisibile. Due dei protagonisti di queste continue schermaglie verbali sono Andrea Crisanti e Alberto Zangrillo. E nelle scorse ore si è registrato un nuovo episodio della telenovela.
Questa volta, a sferrare un deciso attacco, è stato il docente dell’Università di Padova. Crisanti, che è stato uno degli artefici del ‘modello Veneto’ tanto celebrato nelle scorse settimane, non ci sta. Così, ospite della trasmissione “In Onda” su La7, il professore ha deciso di attaccare il collega del “San Raffaele” di Milano. In particolare, nel mirino di Crisanti ci sono le recenti dichiarazioni rilasciate da Zangrillo. Quest’ultimo aveva fatto capire che il numero dei malati in terapia intensiva era in costante calo e che nessun nuovo paziente stava entrando in quei reparti.
La replica di Crisanti è stata decisa e piccata al tempo stesso: “Forse si riferisce al suo ospedale, non è vero“. Ma più in generale, uno dei più stretti collaboratori del governatore del Veneto Luca Zaia ha fatto capire che la situazione del Coronavirus in Italia continua a creare dei piccoli campanelli di allarme. “Secondo i dati dell’Istat, in piena epidemia c’erano il 50-60% di asintomatici“. E tornando su Zangrillo, l’attacco resta forte: “Non capisco su che base faccia queste affermazioni, sono affermazioni estremamente pericolose“.
Crisanti, dopo aver sferrato l’attacco contro Zangrillo, è tornato a fare il punto sulla situazione del Coronavirus in Italia. Una nuova impennata dei casi è legata soprattutto ai rientri dei nostri connazionali dalle vacanze all’estero. Ma secondo il docente dell’ateneo padovano, le cose potrebbero ulteriormente evolversi nei prossimi giorni: “I casi sono in aumento da un paio di settimane e aumenteranno. Quello che vediamo oggi è il risultato di quello che è accaduto un paio di settimane fa. Penso che vedremo questa tendenza all’aumento nelle prossime settimane“.
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Nonostante ci siano molti giovani tra i nuovi contagiati, Crisanti tiene in guardia i più anziani: “Le modalità di trasmissione del virus sono legate alle caratteristiche biologiche del virus e al comportamento umano: gli anziani stanno molto più attenti. Se vediamo i risultati dello studio dell’Istat, vediamo che si ammalavano persone molto giovani anche 3-4 mesi fa ma non arrivavano alla nostra attenzione perché i tamponi – conclude Crisanti nella sua analisi – venivano usati per le persone che stavano male“.