Tragedia in Valtellina: l’onda di fango travolge tre turisti

Un’onda-assassina ha spezzato tre vite, in vacanza fra le montagne in Valtellina. Una quarta, quella di Leo, di soli cinque anni, sta lottando all’ospedale di Bergamo tra la vita e la morte. Il piccolo ha perso entrambi i genitori nella tragedia.

L’auto condotta da papà Gianluca Pasqualone, 45 anni, originario di Roma, ma da tempo trapiantato sul lago di Comabbio, è stata investita da una frana che si è staccata dalle pendici della Val Nevasca, all’imbocco di Chiareggio, piccola frazione di villeggiatura, a 1.500 metri. Il luogo è ideale per chi ama il relax e le tranquille passeggiate all’aria aperta, nei boschi di abeti e pini, nel territorio di Chiesa in Valmalenco. La vettura si è ritrovata travolta da terra, sassi e fango, ed è finita nel torrente, un piccolo corso d’acqua, solitamente una pietraia o, al massimo, un ruscello. “È bastato un temporale un poco più forte del solito. In quel punto, ossia la Val Nevasca, è chiamata così perchè spesso d’inverno scende la valanga”, ha sottolineato Massimo Pedrotti, lo storico titolare del ristorante-albergo “Tana del Grillo.

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Le vittime della tragedia

Ma su quella vettura, oltre ai componenti del nucleo familiare che sono deceduti mentre il figlio lotta per sopravvivere, viaggiava anche una bambina, la cui famiglia è legata a quella delle vittime. Ieri avrebbe compiuto il suo decimo compleanno. Il suo papà seguiva dietro su un’altra macchina, anch’essa in parte colpita dallo smottamento e finita in acqua. “Lasciatemi devo scendere a mettere in salvo la mia bambina…”, implorava i Vigili del fuoco, una volta recuperato dal torrente in piena. Il soccorritore Davide Rizzi, 49 anni, anch’egli residente a Comabbio  per un serio trauma toracico, è ricoverato nell’ospedale Manzoni di Lecco. E’ stato trasportato da uno dei 4 elicotteri che la Centrale di Areu, diretta da Claudio Mare, ha saputo mobilitare a tempi di record per intervenire sui luoghi della tragedia. Aspettiamo notizie del piccolo ricoverato.

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