L’ex reggente del Movimento 5 Stelle invita i suoi elettori a controllare i conti e la posizione dei deputati. “I furbetti non provino a dare la colpa ai commercialisti”, tuona Di Maio su Facebook.
Luigi Di Maio prende nuovamente una posizione forte, in merito allo scandalo dei parlamentari che hanno richiesto e ottenuto il bonus per le partite Iva. L’ex reggente del Movimento 5 Stelle ha girato un lungo video in diretta sulla sua pagina su Facebook, per urlare ancora la sua rabbia. Da parte del ministro per gli affari esteri c’è la ferma volontà di portare tutto alla luce e porre fine alla carriera politica dei furbetti. E Di Maio ha voluto fare anche un excursus, su quella che è stata la ragione per cui il Governo ha approvato il tanto chiacchierato bonus.
“Le partite Iva avevano diritto a quel bonus per una semplice ragione – dichiara Di Maio – . Quando è iniziato il lockdown le attività si sono fermate. C’erano lavoratori autonomi che non avevano più la possibilità di avere regolari entrate. Era anche un bonus minimo, piccolo, forse troppo per le partite Iva, che sono i nuovi proletari“. Dunque, quando si riferisce ai titolari di partita Iva, Di Maio mostra anche tanta empatia. “È gente che non si può mai ammalare – dice – , che non possono prendere ferie, che sacrificano le famiglie per il lavoro“.
E poi Di Maio torna sull’attualità, cioè sul caso dei cinque parlamentari che hanno richiesto e ottenuto il bonus. Politici che, secondo il ministro, hanno agito in forma moralmente sbagliata: “Abbiamo avuto il caso di cinque parlamentari che hanno richiesto il bonus, in quanto titolari di partita Iva. Se un cittadino ha mandato in Parlamento una persona, quella persona deve rendere conto ai propri elettori. E in questo momento questo dobbiamo fare chiarezza“. E poi c’è l’esposizione del mood pentastellato: “Invitiamo tutti i nostri elettori a controllarci, così com’è successo con i furbetti che non restituivano lo stipendio“.
Anche perchè Di Maio, facendosi portavoce del sentimento che vige in casa pentastellata, fa capire che i suoi non hanno niente da nascondere. E svela la posizione del movimento: “Ora si dice che i nomi non li possiamo sapere perché c’è la legge sulla privacy, ma qui la privacy non c’entra niente. Qui si parla del rapporto di fiducia tra cittadino ed eletto. Come parlamentari del Movimento 5 stelle stiamo firmando un’autocertificazione di rinuncia alla privacy, su proposta di Vito Crimi. Tutto il gruppo parlamentare lo farà. E lo chiediamo a tutte le forze politiche“.
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La posizione di Luigi Di Maio e del Movimento 5 Stelle è forte. Anche perchè i pentastellati vogliono tornare a seguire quell’iter di chiarezza che li ha contraddistinti: “Chiederemo le dimissioni, i nomi devono venire fuori perché si devono dimettere. Dicono che si tratta di un ex 5Stelle ora al Misto, ma a noi non ci interessa“. E poi c’è l’attacco a quei politici che, colti in castagna, hanno dato la colpa a chi si occupa dei loro conti: “Qualche forza politica dell’opposizione sostiene che non è colpa dei parlamentari ma dei commercialisti. A questi soggetti voglio dire una cosa. Portate rispetto ai commercialisti perché agiscono su mandato del cliente“.