Kamala Harris, la 55enne senatrice della California, la scelta più sicura del candidato democratico Joe Biden. «Sono onorata — ha dichiarato la senatrice —. Biden può unire gli americani perché ha trascorso la sua vita combattendo per noi».
Ha 55 anni Kamala Harris, è la senatrice della California ed un passato di studi giuridici. Joe Biden l’ha scelta come sua vice per il ticket alle presidenziali Usa del novembre 2020. È la prima volta che una donna afroamericana viene nominata per la vice presidenza. Kamala Harris è una donna moderata, ed è stata considerata la scelta più sicura da Biden. La Cnn ha sottolineato che la ricerca è stata condotta col massimo della segretezza, con molti dei donatori e dei consiglieri della campagna elettorale tenuti all’oscuro. Biden e di Harris, accetteranno formalmente le loro nomination la prossima settimana, durante la convention democratica. «Sono onorata — ha dichiarato la senatrice —. Biden può unire gli americani perché ha trascorso la sua vita combattendo per noi».
Non si è fatta attendere la reazione di Donald Trump «Slow Joe (Joe il tardo) e Phony Kamala (Kamala l’ipocrita) sono perfetti insieme ma sbagliati per l’America», lo ha riportato in un tweet. Il presidente ha poi rincarato la dose, dichiarando: «Harris vuole aumentare le tasse, è contro il fracking, vuole togliere la copertura sanitaria a milioni di americani. Sono rimasto sorpreso che sia stata scelta, ha fatto molto male nelle primarie democratiche». Obama, dal canto suo, ha reagito alla notizia con entusiasmo: «È un gran giorno per l’America».
Kamala Harris è figlia di una scienziata Tamil e di un professore di economia giamaicano. Harris ha cominciato come sostituto procuratore a San Francisco. Nel 2010 è stata eletta Procuratore Generale della California. Nel 2016 è approdata al Congresso. Nelle primarie ha corso presentandosi come rappresentante degli afroamericani e delle altre minoranze, si considera una “donna di colore”. Aveva iniziato con il botto, il 27 gennaio 2019: un comizio-evento con circa ventimila persone a Oakland, la sua città natale. Una folla trumpiana (dei tempi d’oro). Per qualche mese Kamala Harris era stata la più combattiva, la stella in ascesa. Il suo momento migliore probabilmente il 27 giugno 2019 quando affondò proprio Biden in un dibattito televisivo. Kamala rinfacciò all’ex presidente di aver ostacolato, in un lontano passato, il cosiddetto «busing», il servizio bus che trasportava i bambini e i ragazzini afroamericani nelle scuole di altri quartieri per favorirne l’integrazione. Poi Kamala decise di ritirarsi, lo fece il 3 dicembre senza partecipare a neanche una prova elettorale.
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Una scelta importante, Biden ha voluto chiedere aiuto anche al sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti e ad altri tre “saggi”. Tra le pretendenti più gettonate vi era anche la senatrice Elizabeth Warren, penalizzata però dalla sua scarsa presa sulle minoranze. A fine luglio la scelta si era già ristretta a quattro, cinque nomi. Tra gli ultimi prescelti vi era Susan Rice, con la sua bella esperienza di governo ed una solida reputazione a livello internazionale. I Repubblicani erano però già in agguato per la questione della gestione dell’attacco all’ambasciata americana a Bengasi in Libia, dove morì il diplomatico Christopher Stevens.
Tra gli altri nomi anche la senatrice dell’Illinois Tammy Duckworth, eroina della guerra in Iraq dove ha perso le gambe precipitando con il suo elicottero. Keisha Lance Bottoms, sindaco di Atlanta protagonista delle proteste contro la morte di George Floyd. Le quotazioni della senatrice Harris avevano iniziato a risalire nel corso dell’impeachment nei confronti di Donald Trump. Durante la lunga tornata di audizioni dei veri testimoni, dimostrò personalità. Gradualmente si è riavvicinata al campo di Biden, fino ad appoggiarlo pubblicamente l’8 maggio scorso. In gioco ci sono comunque anche dei legami personali: Kamala era molto amica di Beau Biden, il figlio del presidente, scomparso nel 2015.
A fine 2019 si erano sollevati dei dubbi in merito alla popolarità della Harris tra gli afroamericani. La black community le aveva preferito non solo Biden, ma anche Bernie Sanders. Qual è la sua identità politica? Difficile dirlo. Spesso usa un linguaggio simile a quello della sinistra radical; riguardo i contenuti, invece, si arena sovente su una generica terra di nessuno. Biden ha bisogno di allargare il più possibile il blocco sociale, mettendo insieme moderati e oltranzisti. Harris ha sicuramente dimostrato grande personalità e anche tenuta scenica. Ora dovrà convincere non solo Biden, ma tutte le componenti del partito di poter essere una figura di sintesi.
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