I nomi di Andrea Dara e Elena Murelli sono i primi a essere trapelati sul fronte dei furbetti del bonus. Il primo avrebbe dato la colpa della richiesta al suo commercialista. La seconda sembra non voler parlare dell’accaduto.
Nella giornata di ieri, la nostra redazione ha svelato il profilo di uno dei cinque parlamentari finiti nell’occhio del ciclone per lo scandalo del bonus per le partite Iva. Cinque componenti di Montecitorio che, nonostante un reddito mensile di oltre 13mila euro derivante dall’attività in Parlamento, avevano richiesto e ottenuto ulteriori 600 euro per due mesi. E nel frattempo vengono fuori anche i primi due nomi, uno dei quali era già in nostro possesso. Stiamo parlando di quello di Andrea Dara, uno dei tre componenti della Lega ad aver richiesto e ottenuto l’incentivo.
Il profilo di Andrea Dara è quello che abbiamo disegnato nella giornata di ieri. Il deputato della Lega è componente di due commissioni parlamentari, ovviamente per conto del Carroccio. Ha una lunga carriera politica alle spalle, ancor prima di essere eletto come deputato nel marzo del 2018, quando si è composto il governo giallo-verde. Ma a far discutere è il fatto che sia dotato di un reddito annuo che sfiora i 100mila euro. A questo si aggiunga il fatto che Andrea Dara dispone di più forme di reddito, esterne a quella per l’attività in Parlamento. E nonostante ciò, ha deciso di fare richiesta per il bonus partita Iva.
Ricordiamo anche che la redazione di MeteoWeek ha cercato di sentire Andrea Dara, proprio per ottenere chiarimenti sulla vicenda. Tuttavia, il deputato della Lega non ha fornito risposte. Così come la sua collega, anch’essa coinvolta nello scandalo, ovvero Elena Murelli. Un’altra componente del gruppo della Lega a Montecitorio, che ha deciso di richiedere il bonus partita Iva in barba agli emolumenti che riceve puntualmente in qualità di deputata. Ma torniamo ad Andrea Dara, che è stato oggetto della nostra indiscrezione nella giornata di ieri e ha più di un motivo per non richiedere questo incentivo.
Abbiamo già parlato delle otto proprietà immobiliari di cui l’esponente del Carroccio dispone in qualità di proprietario. A questo si aggiungano, come detto, i quasi 100mila euro di reddito annuo che derivano dalla sua attività a Montecitorio. E quando gli è stato chiesto il perchè di questa sua richiesta, quantomeno anomala considerando le sue entrate da politico, ha spiegato che l’errore sarebbe nato dal suo commercialista. Quest’ultimo, infatti, avrebbe fatto richiesta per la madre di Andrea Dara. E in automatico, la suddetta richiesta sarebbe stata inoltrata anche per lui.
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Passiamo ora a Elena Murelli, la seconda dei tre deputati della Lega coinvolta nello scandalo dei furbetti del bonus. La leghista ha deciso di richiedere e ottenere l’incentivo per i lavoratori autonomi, nonostante percepisca un reddito annuo complessivo di circa 90mila euro. Una cifra che non giustifica una simile richiesta, se a ciò si aggiunge il fatto che la parlamentare del Carroccio dichiara anche due proprietà immobiliare a lei intestate. Almeno per il momento, anche la Murelli si è rifiutata di rispondere alle domande dei giornalisti. Anche se la sensazione è che sia stato scoperchiato il vaso di Pandora.