La fede è qualcosa che può farti camminare sopra le acque dei problemi, della sofferenza e di tutto ciò che non va. Se poi sarai sopraffatto dalla paura, Dio sarà lì a soccorrerti e a dirti: “Io sono sempre stato qui”.
S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE patrona d’Europa (f)
19.a del Tempo Ordinario (Anno A)
Mostraci, Signore, la tua misericordia
1Re 19,9a.11-13a; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33
Fermati sul monte alla presenza del Signore.
Dal primo libro dei Re 1Re 19,9a.11-13a
In quei giorni, Elia [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb] entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Parola di Dio.
R. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace per il suo popolo,
per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.
Vorrei essere io stesso anatema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei fratelli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9,1-5
Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
Parola di Dio.
Comandami di venire verso di te sulle acque.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 14,22-33
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra sponda, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “è un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.
Parola del Signore.
In questo Vangelo, Gesù fa presente l’importanza della fede. Egli, pur essendo Dio fatto uomo, è il primo pieno di fede nei confronti del Padre che tutto può. Ha lasciato i suoi discepoli in mezzo alle acque, in una barca che sembra affondare, sferzata del vento e dall’acqua.
Così, pur lontano miglia, si avvicina loro tra le onde, camminando sull’acqua, per la potenza che il Creatore, suo Padre, gli ha dato e di cui Gesù si fida ciecamente. Si avvicina così ai suoi discepoli che, vedendolo sono colti da timore e stupore. Pur sapendo che Egli è Dio, davvero può fare tanto? Davvero si è convinti dell’esistenza e della potenza di Dio?
Di fronte perfino alle evidenze, per quanto sembrino incredibili, l’uomo è attaccato ai suoi schemi mentali e alle sue piccole “certezze”, senza pensare quante a quante volte la realtà superi la fantasia, a quante volte nella nell’arco di una sola giornata ci si stupisca o si apprendano cose nuove, e perfino a quanto la natura sfidi le sue leggi nella sua varietà di fenomeni inspiegabili e ancora da scoprire. Diceva Freud: “Abbiamo sacrificato la felicità per un po’ di sicurezza”!
In tutto questo, Pietro è simbolo dell’uomo che cerca di andare incontro al mistero, al mistero di Dio. Impulsivamente si fida e si avvicina a Gesù sfidando le acque. Ma è lì, in quel luogo pericoloso, di flutti travolgenti, che Pietro ha paura. Così chiede aiuto a Gesù che è pronto a sorreggerlo, e che poi affettuosamente lo riprende: “Perché hai dubitato?”.
Questo momento può essere simbolicamente interpretato in maniera molto ampia: le acque possono essere la sofferenza, le difficoltà, persino la morte, e Pietro l’uomo che si affida a Dio. La fede ti fa camminare sopra tutto questo e, quando sarai sopraffatto dalla paura, Dio sarà lì a soccorrerti e a dirti: “Io sono sempre stato qui”.
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