Sono tre i milioni di euro previsti nel nuovo testo in favore delle casalinghe. Considerando le oltre sette milioni di donne aventi diritto, per ognuna di loro sono previsti circa 40 centesimi a testa.
Il completamento del Decreto Agosto è ormai prossimo ad arrivare. Dopodichè toccherà alle Camere esaminarlo e votarlo per l’eventuale approvazione e la sua applicazione. Ma nel frattempo ci sono alcuni passaggi che sembrano non convincere, in merito alle agevolazioni messe ancora una volta in campo dal Governo. Uno di questi riguarda il bonus previsto per le casalinghe. È questo uno dei passaggi maggiormente sbandierati dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte in questi giorni. Anche se, numeri alla mano, sembrerebbe trattarsi di un vero e proprio bluff.
Il bonus casalinghe, presente nel Decreto Agosto insieme ad altre agevolazioni, conta infatti su un apporto economico di appena tre milioni di euro. Questo fondo potrebbe sembrare vantaggioso per le tante donne che si occupano delle faccende domestiche e non hanno un lavoro. Tuttavia, se andiamo ad analizzare qualche dato, ci si rende conto che si tratta di un apporto davvero minimo per le casalinghe. Secondo i dati Istat, il numero di donne in Italia che nel 2019 non lavorava e restava in casa era di 7 milioni e 400mila unità.
Un numero esorbitante che rende ancor meno efficace l’apporto dato dal Governo a questa categoria. Conti alla mano, dunque, per tutte le aventi diritto al bonus dovrebbero toccare appena 40 centesimi di euro a testa. Tra le altre cose, non mancano i dubbi relativi all’emissione di questo bonus e al suo sfruttamento da parte delle casalinghe che hanno diritto a ottenerlo. Anche perchè non ci si limiterà alla semplice erogazione di questi tre milioni di euro, ma serviranno delle linee guida dettagliate per lo sfruttamento di questo denaro che verrà emesso.
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In tal senso, il Governo ha spiegato che per stabilire l’effettivo utilizzo del denaro servirà un nuovo decreto. A esso, redatto dal ministero delle Pari Opportunità e da quello della Famiglia, si lavorerà per renderlo efficace entro la fine del 2020. Dunque siamo di fronte a un impiego di soldi davvero minimo per una quantità di aventi diritto davvero altissima (stiamo parlando di oltre il 10% della popolazione nazionale). Ma soprattutto siamo di fronte a una quantità di denaro, per la quale non è ancora stata prevista una destinazione.