Gli uomini della Dia dopo diverse indagini, hanno assistito alla scena in diretta e sono scattati gli arresti. Un’altra mazzetta consegnata a un pubblico ufficiale: stavolta è stato Vincenzo Bonanno, imprenditore nel settore rifiuti ad intascare 5mila euro.
Il direttore tecnico per la discarica di Bellolampo, definita dalla Commissione antimafia regionale “simbolo della crisi rifiuti in Sicilia”, e gestita dalla Rap ha incassato una mazzetta ed è stato scoperto in flagranza. Gli uomini della direzione investigativa antimafia di Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto della Dda Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Claudia Ferrari, hanno arrestato Vincenzo Bonanno, Emanuele Gaetano Caruso, originario di Paternò, e imprenditore nel settore dei rifiuti, e Daniela Pisasale, di Siracusa ma residente a Catania, titolare di diverse società per il trattamento dei rifiuti. Sono tutti accusati di corruzione aggravata. La Pisasale è la compagna di Caruso. Al momento della consegna della mazzetta era presente, assistendo alla scena. Il tutto si è svolto intorno alle 13, vicino a piazza Sant’Erasmo, momento in cui la piazza sembrava piuttosto vuota.
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Rifiuti e discarica: un’ indagine sugli interessi della mafia
Una volta sequestrata la bustarella, gli uomini della Dia hanno perquisito l’auto di Caruso trovando altri 13.250 euro. Nel 2013 Caruso venne coinvolto in un’indagine per mafia ma poi venne prosciolto. I tre arrestati sono stati trasferiti in carcere. L’operazione rientra in una più ampia indagine, condotta dalla Dia con il coordinamento della Dda di Palermo, per cercare di capire gli interessi della mafia nel ciclo dei rifiuti, settore da sempre controllato dalle società criminali.
Sono state molte, negli anni, le inchieste sulla discarica di Bellolampo, dove si trattano i rifiuti solidi urbani provenienti dai comuni di Palermo e di Ustica. A causa dell’inquinamento l’ultima punta sull’inadeguatezza dell’impianto di bio trattamento. L’indagine riguarda anche i continui spostamenti di date per la realizzazione della settima vasca. Nel fascicolo vi sono atti, fotografie e relazioni ambientali come quella dell’Arpa secondo cui la discarica di Bellolampo costituisce “imminente minaccia di danno ambientale”. La discarica è al centro dell’attenzione dei politici e della magistratura, con sequestri e dissequestri, per la situazione di emergenza dovuta al riempimento delle vasche, agli incendi che divampano improvvisi e ai danni sui macchinari. La lotta per il controllo della struttura continua e il primo passo per capirne gli equilibri è scovare gli atti illegali legati alla corruzione del personale amministrativo.