Il premier decise di prendere un provvedimento su scala nazionale, come è emerso dai verbali resi noti in queste ore. Tuttavia, Conte ha sempre negato di aver ricevuto avvertimenti dal Comitato tecnico scientifico.
Sono emersi da alcune ore i verbali sulla gestione dell’emergenza Covid da parte del Governo nazionale. Appunti e dichiarazioni che erano state secretate, finchè l’ennesimo polverone sull’esecutivo guidato da Giuseppe Conte non si è alzato ancora una volta. È venuta fuori una condotta molto guardinga e “sulla difensiva” da parte del premier italiano. Tuttavia, dalle carte che sono state rese note emerge anche la situazione, da sempre discussa, su Alzano Lombardo e Nembro. Due dei comuni che hanno sofferto maggiormente l’emergenza nei primi giorni in cui questa si è verificata.
Fin dal primo momento, in particolare quando è stato ascoltato in merito alle indagini ancora in corso, Conte ha negato di aver ricevuto richiami da parte del Comitato tecnico scientifico. Il suo unico obiettivo, a sua detta, è sempre stato quello di agire nell’interesse della nazione nel suo complesso. Per questo motivo, l’ormai lontano 8 marzo ha optato per una zona rossa su scala nazionale. Ma dai verbali appena pubblicati su legge che il Comitato tecnico scientifico aveva posto l’accento proprio sulla situazione di Alzano e Nembro. A differenza di quanto ha dichiarato Conte.
Il premier ha sempre dichiarato che il documento di cui si parla da qualche ora “non è mai arrivato”. La dichiarazione è stata recepita lo scorso 12 giugno, quando Conte è stato ascoltato dai magistrati della Procura di Bergamo, in qualità di testimone sull’indagine in corso. Una frase che è stata anche ripetuta su precisa richiesta degli inquirenti. Ma arrivano anche elementi che dimostrerebbero il contrario nella vicenda. E arrivano direttamente da un libro, dal titolo “Come nasce un’epidemia – la strage di Bergamo, il focolaio più micidiale d’Europa”.
Il libro è stato edito da Rizzoli e porta le firme di Marco Imarisio, Simona Ravizza e Fiorenza Sarzanini. E in un brano riportato stamani dal Corriere della Sera, si ricostruisce la vicenda del verbale che il Cts avrebbe formulato a proposito dei comuni incriminati. Il comitato avrebbe consigliato l’istituzione di una zona rossa nei comuni di Alzano e Nembro. Una richiesta che la regione Lombardia non avrebbe tramutato nella richiesta dell’istituzione della zona rossa. Nonchè un documento che, a detta di Conte, non gli sarebbe mai recapitato.
“Il Comitato tecnico scientifico si riunisce nella sede della Protezione civile di via Vitorchiano a Roma – si legge nel libro – . Non c’è, o meglio non ci sarebbe, un minuto da perdere. A leggere il verbale che racconta l’accaduto di quel giorno, si comprende il livello di preoccupazione degli scienziati. E si ha la conferma che dalla Regione Lombardia non è mai arrivata alcuna richiesta di istituire una zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro”. E nel verbale ci sono scritte parole inequivocabili: “Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa”.
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Stando a quanto si legge nel libro, il verbale del Comitato tecnico scientifico sarebbe poi stato trasmesso a Palazzo Chigi. “Tutti coloro che sono riuniti nella sala della Protezione civile – prosegue il racconto – sanno quanto alto sia il pericolo che una mossa sbagliata si trasformi in una catastrofe per la popolazione. E dunque si sceglie di procedere, sollecitando una linea di intervento drastica e rapida”. Una linea che, però, non verrà seguita. E non si sa ancora se il motivo è legato alla lentezza del Governo oppure a una reale mancata ricezione del documento.