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Cronaca

Lo sport italiano rischia una clamorosa sospensione, olimpiadi in pericolo

Il Comitato Olimpico Internazionale potrebbe prendere seri provvedimenti nei confronti dell’Italia dello sport: a rischio le olimpiadi

È passato un anno, di nuovo si torna a parlare di una possibile sospensione. Lo sport italiano è a rischio, questa volta più di 12 mesi fa quando il Comitato Olimpico Internazionale inviò a Giovanni Malagò, il numero uno del Foro Italico, un documento manifestando le sue “serie preoccupazioni” a seguito dell’approvazione in Senato della legge delega sulla riforma dello sport e quindi del riordino del Coni, vennero considerate chiare violazioni alla Carta Olimpica.

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Bloccato il testo per la riforma dello sport

Giovanni Malagò ha manifestato preoccupazioni in merito a quanto sta accadendo al governo. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ha subito il blocco del suo testo riguardo la riforma dello sport (mandati presidenti federali e altre garanzie per i lavoratori) dal direttivo del Movimento 5 stelle, ha avvertito che il Comitato Olimpico Internazionale potrebbe prendere seri provvedimenti nei confronti dell’Italia dello sport se la legge non verrà approvata a breve.

Vincenzo Spadafora

Malagò in conferenza stampa post Giunta nazionale ha elencato le tappe da fine 2018, quando si è iniziato a parlare della riforma dello sport, fino ad oggi. “Sono passati un anno e otto mesi, è incredibile che siamo ancora in questa situazione, credo che stiamo andando, o forse siamo già andati, in fuorigioco, cioè fuori tempo massimo – ha dichiarato il numero uno dello sport italiano in carica dal febbraio 2013 e riconfermato nel maggio 2017 – Il governo nel 2019 aveva detto che avrebbe risolto tutto entro poco tempo”.

Pericolo per le olimpiadi

Malagò ha annunciato: “Chiamerò il presidente del Consiglio Conte perché il mondo dello sport è arrabbiato”. Ed ha precisato che “se dovesse cadere la legge delega sulla riforma dello sport le conseguenze in termini di sanzioni saranno sicure ed immediate”, rammentando che “per molti Paesi che non hanno applicato la Carta olimpica sapete come è andata“.

In caso di provvedimento da parte del CIO, Malagò ha dichiarato che “sarebbe una sconfitta assoluta per il Paese e una perdita di credibilità clamorosa proprio dopo aver avuto fiducia con l’assegnazione delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: non stiamo bluffando, stiamo letteralmente scherzando col fuoco”.

I rischi dell’Italia

Se il governo italiano non approverà la legge sullo sport, nei confronti dell’Italia dello sport, ovvero il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, potrebbe partire l’iter di sospensione da parte del CIO. Il numero uno dello sport mondiale, il bavarese Thomas Bach, oro olimpico nella scherma nel ’76 a Montreal, estimatore di Malagò e dell’Italia, in quel caso dovrà rifarsi alla Carta olimpica e far partire la procedura di sospensione del Coni essendo l’unico garante dello sport in Italia di fronte alla struttura che lui presiede.

Tra i punti più importanti della Carta Olimpica c’è quella che “i NOC (i Comitati Olimpici nazionali) devono preservare la propria autonomia e resistere a pressioni di qualsiasi tipo, incluse, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, pressioni politiche, giuridiche, religiose o economiche che potrebbero impedire loro di adempiere alla Carta Olimpica”.

Le conseguenze

Le conseguenze sono tante, a partire dalle Olimpiadi estive di Tokyo 2020 rinviate al luglio 2021, in base naturalmente a come si muoverà la pandemia. Niente bandiera italiana, niente inno di Mameli in caso di vittoria, divise neutre, medaglie che rientrerebbero nel serbatoio degli Independent Olympic Athletes (IOA).

Inoltre ai Giochi nella terra del Sol Levante parteciperebbero solo atleti italiani qualificati e a titolo individuale, non le squadre, quindi niente pallavolo, softball e Settebello. Niente dirigenti e giornalisti italiani perché il CIO non rilascerebbe accrediti ad un Comitato olimpico sospeso. L’altro grande rischio, ben più grave, riguarderebbe l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina del 2026. Con il Coni sospeso, la Svezia con Stoccolma-Aare avrebbe il diritto di ricorrere al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) di Losanna e chiedere i Giochi del 2026 essendo stata l’unica candidata avversaria di Milano-Cortina alle votazioni del 24 giugno 2019. Ma questa sarebbe un’altra storia con una procedura decisamente molto articolata.

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