La testimonianza del giornalista Pierre Balanian, di Beirut: contattato dalla nostra redazione, ci ha raccontato delle esplosioni e cosa sta avvenendo ora.
«Intorno alle 18 ho sentito dei rombi, come di aerei militari. Mi sono affacciato ed ho visto la prima esplosione, che sembrava “normale”. Dopo dieci secondi è arrivata la seconda, molto più potente, con una onda d’urto fortissima. Ero a tre chilometri di distanza dal luogo dello scoppio, eppure mi ha spinto di mezzo metro indietro». Inizia così il racconto di Pierre Balanian, giornalista di Beirut che ha, suo malgrado, assistito al disastro di Beirut e ne sta vivendo il “day after”.
«Sono in corso le indagini» spiega. «Si è riunito il Consiglio Supremo di Difesa Libanese che ha deciso lo stato di emergenza per due settimane. Ora tutto è in mano all’esercito, tutta la sicurezza nazionale». La situazione descritta da Pierre, è drammatica: scenari apocalittici, palazzi rasi al suolo, e vittime che aumentano di ora in ora: «Tanti cadaveri: sparsi per terra, e che emergono dall’acqua, sulla costa. Avviene anche adesso». Un disastro che ancora non ha una causa definita: si parla di fuochi d’artificio che hanno innescato l’esplosione di un deposito di nitrato d’ammonio, ma i dubbi sono ancora molti. Come le ipotesi, che Pierre Balanian illustra nel video.
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