Volevo nascondermi | i segreti della trasformazione di Elio Germano

Il film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti con Elio Germano protagonista, prodotto da Palomar con Rai Cinema, uscirà nelle sale con 01 Distribution mercoledì 19 agosto. Ma già il 15, 16 e 17 agosto il film sarà in anteprima nelle arene estive.

Torna finalmente in sala il film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, con Elio Germano nel ruolo del pittore Antonio Ligabue, un uomo emarginato, un bambino solo, un “matto da manicomio” che volevo essere amato. Il film aveva debuttato, dopo il premio ottenuto a Berlino da Germano, nelle sale italiane pochi giorni prima della loro definitiva chiusura a causa del lockdown. Adesso finalmente 01 Distribution è pronta a distribuirlo nuovamente da mercoledì 19 agosto. Ma già il 15, 16 e 17 agosto il film sarà in anteprima nelle arene estive.

Volevo Nascondermi | Elio Germano è Ligabue

Elio Germano ha dovuto affrontare quattro ore di trucco prostetico al giorno per interpretare l’artista Antonio Ligabue nel film Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti, presentato in concorso alla Berlinale 2020. Il naso, le guance, le orecchie, il collo, le rughe. Ogni particolare del corpo del pittore doveva essere perfetto per mettere in scena un personaggio storto e martoriato non solo in superficie, ma i cui tormenti interiori si rendono evidenti all’occhio esterno proprio attraverso una fisicità sbilenca e precaria. Per prepararsi al ruolo, l’attore romano ha dovuto anche frequentare un corso di pittura. Ma il film non vuole essere un assolo. Il corpo di Antonio Ligabue è unico ed universale, materia e metafora. Ligabue  è la parte più fragile di ognuno noi.

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Un lavoro impeccabile

L’équipe che ha seguito l’attore nelle lunghissime ed estenuanti sedute di trucco quotidiano è stata la stessa che aveva già lavorato con Pierfrancesco Favino per il ruolo di Buscetta nel film Il Traditore di Marco Bellocchio. “Ogni giorno rimodellavano, cominciavano da capo. I professionisti che hanno lavorato al trucco sono gli scultori di oggi”, ha dichiarato Germano in una intervista al Corriere. “Era necessario sottoporsi a quelle lunghissime sessioni di trucco, altrimenti avrei dovuto fare la faccia del matto e affidarmi ad una recitazione costantemente sopra le righe. Insistere sulla deformità sarebbe stato un errore, non avrei potuto interpretare Ligabue liberamente, ma sarei stato costretto a concentrarmi esclusivamente su quello”.

Costruire un personaggio

Elio Germano ha dovuto lavorare molto di “fantasia” per mettere in scena un personaggio che ha lasciato pochissime testimonianze visive di sé. “Qualcuno lo ha filmato nella fase finale della sua vita e attualmente ci sono giusto 10-15 minuti da vedere su internet. Quel breve filmato è stato molto importante, una grande fonte di ispirazione”, ha spiegato l’attore. “Poi ci sono alcune registrazioni della sua voce, ma abbiamo potuto affidarci soprattutto a molti racconti della gente che lo conosceva e che aveva convissuto realmente con lui”. Come ha già dimostrato Alessandro Borghi nella sua interpretazione di Stefano Cucchi (una persona di cui solo la famiglia e gli amici conoscevano davvero gli atteggiamenti e la personalità, non essendo mai stata una figura pubblica prima della sua tragica fine) nel film Sulla mia pelle, in questi casi la necessità è quella di creare un “personaggio cinematografico”, che rispetti la coerenza della narrazione del film di cui è protagonista.

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