Il premier ribadisce il no alla riapertura delle discoteche al chiuso, mentre torneranno a viaggiare le navi da crociera. “Chi ci derideva per l’uso delle mascherine se ne pentirà”, tuona Conte.
Giuseppe Conte ribadisce la necessità di mantenere rigore e disciplina ancora per qualche settimana. La situazione dell’emergenza Coronavirus sembra sotto controllo nel nostro Paese. Una buona parte dei nuovi casi di contagio riguardano infatti soggetti di ritorno, oppure i migranti che rappresentano al momento il più grave problema della politica interna. Il premier, dal canto suo, non si scompone e in vista di uno stato di emergenza in via di prolungamento mantiene alta la guardia. Anche in vista di un autunno in cui bisognerà lavorare in maniera incessante.
“Sin dall’inizio di questa emergenza – svela il premier Conte in un’intervista – ho seguito un percorso all’insegna della cautela, ma anche di misure proporzionate a quanto stava accadendo. Sono convinto che questo governo abbia agito bene e dunque non cambio idea. Per questo dico che adesso è arrivato il momento di non pensare a nuove restrizioni, ma di sostenere una effettiva ripartenza. E se tutti rispetteremo quelle regole ormai minime, ma necessarie, di protezione, insieme riusciremo davvero a tornare alla normalità”.
Una delle accuse mosse nei confronti dell’attuale esecutivo, è quella relativa a un rigore ritenuto eccessivo. Dal canto suo, Conte fa capire che tutto ciò che è stato fatto si è rivelato necessario per non far piombare l’Italia nella stessa situazione che stanno vivendo, ad esempio, Stati Uniti e Brasile. “Sono sempre stato rigoroso, ma non mi pento di nulla – rivela il primo ministro – . Quando abbiamo deciso di chiudere dicevano che dovevamo tenere aperto. Quando volevano cominciare ad aprire, ci chiedevano di essere rigidi. Mi sono sempre confrontato con ministri e scienziati e ora ho la percezione che se concederemo qualche apertura faremo bene”.
Ma quali saranno le attività che potranno ripartire a breve? Conte ha provato a fare una cernita, partendo proprio da ciò che rivedrà la luce dopo mesi difficili: “Le navi da crociera devono ricominciare a viaggiare perché il turismo è un pezzo fondamentale della nostra economia”. E poi ci sono le fiere e i convegni “che dobbiamo far organizzare, perché soltanto in questo modo tutte le attività possono riprendere”. Sulle discoteche, invece, Conte si dice prudente: “Sinceramente non mi sembra ancora opportuno concedere il permesso, troppo pericoloso. Si suda, si beve insieme, si sta vicini”.
A tal proposito, il premier si rivolge ai gestori dei locali della movida notturna: “Io l’impazienza dei gestori la comprendo, tutto quello che si ferma rischia di essere perduto. So che ci sono famiglie che hanno problemi ad arrivare a fine mese e di questo ci siamo fatti carico, so che la crisi di bar, ristoranti, locali pubblici può influire in maniera pesante. Ma ballare tutti appiccicati come si fa? Questo non è tornare a vivere – ribadisce il presidente del Consiglio – , è rischiare troppo”.
Un altro tema scottante per il Governo è quello legato al ritorno a scuola. Conte in questo senso svela tutto l’impegno e l’attenzione che il suo esecutivo, con in testa il ministro Azzolina, stanno mettendo ormai da diversi mesi. “È il mio impegno con i giovani – ribadisce il premier a proposito della riapertura – , con le famiglie, con il Paese. È il mio impegno con gli insegnanti, con il personale. La scuola riparte, non ci sono dubbi. Soltanto una nuova e fortissima impennata di contagi, ma io non voglio nemmeno pensare a questa eventualità”.
“Io lo so che non avremo nuove chiusure – prosegue Conte – , che non rischiamo nuovi lockdown. Lo so perché abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per questo e su questo ogni giorno. Siamo impegnati come governo, come protezione civile, come comitato tecnico scientifico. Siamo tranquilli perché abbiamo creato una rete sanitaria efficace ed efficiente. Se adesso ci lodano tutti i governi stranieri vuol dire che qualcosa di buono abbiamo fatto. Io tutto questo non voglio sprecarlo”.
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E poi non si può non parlare di uno dei temi più caldi degli ultimi giorni. Il Governo ha richiesto e ottenuto dalle Camere il prolungamento dello stato di emergenza fino al 15 ottobre. Un risultato fondamentale per mantenere alta l’attenzione di fronte all’eventualità di un nuovo picco di casi: “Siamo andati avanti con gradualità – sostiene Conte – e adesso possiamo dire che è stato proprio questo ad aver fatto la differenza. Non è stato facile per me dire a milioni di cittadini che dovevano stare in casa due settimane be poi doverlo ripetere svariate volte. All’inizio qualcuno riteneva fosse più giusto dire lockdown per un mese. E invece no, io ho voluto essere sempre sincero e coerente, mettendo in gioco la credibilità mia e dell’intero governo”.
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