Una scena vergognosa: due donne si sono scagliate contro una madre che chiedeva attenzione per il bimbo reduce da un trapianto. I bagnanti che hanno assistito alla scena sono intervenuti increduli.
“Mio figlio ha 13 anni – racconta oggi al Tirreno – E’ lui che un giorno, dopo l’ennesima operazione, un difficile trapianto di trachea, problemi respiratori e tutta la fragilità della sua età, si è definito un bambino di ceramica. Ha paura di essere toccato, ha paura di ammalarsi di coronavirus, perché per lui sarebbe letale; vorrebbe tornare a scuola, rivedere i suoi amici e compagni, dopo quattro mesi di isolamento solo io e lui. Da soli e sempre soli. Ha imparato – continua la donna – che deve stare lontano dalle altre persone; sa che per adesso nessuno lo può avvicinare. Io gli dico che un giorno sarà diverso e lui mi crede”.
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Mamma e figlio al mare per respirare aria di mare
Mamma e figlio sono arrivati a Massa Carrara il 18 giugno scorso: il ragazzo dopo l’operazione alla trachea deve camminare, fare ginnastica e lunghi bagni e per ogni complicazione c’è sempre la consulenza dei medici dell’Opa, allertati dal Gaslini. Il prossimo 17 agosto tornerà in ospedale per nuovi controlli e forse una nuova operazione. Adesso ha bisogno di rilassarsi. “Nella vita ho solo lui – racconta sempre la mamma -. È malato da anni di Tbm, la sindrome di Williams-Campbell, che parte dalla trachea, poi colpisce i bronchi e se non curata porta alla morte. Non ho timore a raccontare la malattia di mio figlio, non ho paura di combatterla, lo facciamo insieme da sempre, aiutati da molte persone, raccogliendo fondi per la ricerca, mettendoci la faccia. Oggi però ho paura della gente. Ho paura della cattiveria e dell’ignoranza”.
È sabato pomeriggio: il bambino è seduto su una sdraio, sotto l’ombrellone affittato dalla madre. Fa molto caldo, lo spazio per chi si presenta senza aver prenotato è ridotto e mentre i due pensano alle attività rilassanti da poter fare al mare, arrivano due donne, due turiste, e srotolano asciugamani e stuoie accanto a lui, così vicino da toccargli i piedi. “Ho visto mio figlio guardarmi con occhi increduli e impauriti, come a volermi chiedere “mamma possono farlo?”. Mi sono permessa di chiedere alle due signore di rispettare il metro di distanza previsto dai decreti, specificando che non era un capriccio, ma una necessità, perché il bambino, fresco di trapianto e immunodepresso, non poteva stare a contatto con nessuno”. “Se è ammalato se lo tenga chiuso in casa, oppure si sposti lei”, hanno risposto stizzite. Subito dopo la mamma ha perso la calma e ha giustamente risposto così che le due l’hanno aggredita verbalmente avvicinandosi molto al volto.
Fortunatamente la mamma e il bimbo sono stati aiutati e protetti dai bagnanti, che hanno assistito increduli alla scena. Minacciando di chiamare i Carabinieri le due turiste si sono allontanate ma il fatto ci costringe a riflettere sui tempi bui che stiamo attraversando.