Dagli Stati Uniti arriva una ipotesi inquietante: le esplosioni di Beirut sarebbero conseguenza di un attacco o di un attentato.
Fonti di alto livello militari degli Stati Uniti pensano che le esplosioni a Beirut possano essere dipese da un attacco o da una bomba di qualche tipo: lo ha espresso chiaramente Donald Trump in una conferenza stampa alla Casa Bianca: “Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo” ha affermato il presidente americano.
La possibilità che il disastro possa dipendere da una azione militare o comunque terroristica è stata presa in considerazione da subito: il pensiero è andato alle tensioni con Israele, che però ha smentito qualsiasi forma di coinvolgimento e anzi ha offerto aiuto logistico. Ma la contingenza che desta più sospetti è la vicinanza temporale – tre giorni – con la sentenza del Tribunale Speciale per il Libano dell’Aja che emetterà il verdetto sull’omicidio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, ucciso a Beirut il 14 febbraio del 2005 assieme ad altre 21 persone. Le ripercussioni politiche di quel crimine cambiarono profondamente gli equilibri regionali. Alla sbarra quattro imputati in contumacia, tutti membri del movimento sciita libanese Hezbollah.