La trattativa tra Atlantia e la Cassa Depositi e Prestiti si è fatta troppo complicata. Per questo motivo il gruppo sta pensando di cedere Autostrade per l’Italia al miglior offerente, pur di togliersi dagli impicci.
Potrebbe avvenire nei prossimi giorni un nuovo cambio di scenario, con Atlantia come attore principale. I vertici della società, messa sempre più da parte dopo l’accordo per la gestione della concessione della rete autostradale italiana, si sono organizzati nelle scorse ore. Il quadro venuto fuori dall’ultimo incontro del Consiglio di Amministrazione appare abbastanza chiaro. E non lascia spazio al prosieguo della trattativa con la Cassa Depositi e Prestiti. Si lavora ovviamente per il passaggio di mano di Autostrada per l’Italia, dalle mani di Atlantia proprio al Cdp.
La trattativa, stando a quanto trapela da ambienti vicini ad Atlantia, si sarebbe complicata nelle ultime ore. Tanto che il board della società starebbe valutando una soluzione alternativa per la cessione delle proprie quote di Aspi. Nello specifico, è stato preso in esame un nuovo meccanismo di valorizzazione, che sia alternativo a quello valutato fino a ora. E le comunicazioni ufficiali, diffuse da Atlantia proprio dopo l’ultimo Consiglio di Amministrazione, non lasciano spazio a dubbi. La sensazione è che la trattativa con la Cassa Depositi e Prestiti si sia arenata in maniera definitiva.
“Allo stato si rilevano – recita il comunicato diffuso da Atlantia dopo il CdA – concrete difficoltà nel proseguimento positivo delle trattative. Non solo per concordare la definizione di meccanismi volti alla determinazione di un valore di mercato di Aspi, ma anche per effetto di richieste avanzate da parte di Cdp su ulteriori impegni al di fuori di quanto rappresentato nella lettera del 14 luglio 2020”. Questa lettera a cui si fa riferimento, è stata predisposta in base a quanto è stato concordato con Palazzo Chigi. La chiave è sempre legata alla trattativa che ha portato alla nuova disposizione di Aspi e della rete autostradale italiana.
Il comunicato prosegue facendo leva sulla “volontà della società di dare corso a quanto delineato”. Ma al tempo stesso, il Consiglio di Amministrazione di Atlantia ammette che sta valutando qualcosa di diverso. “Il consiglio ritiene di dover individuare – con spirito di buona fede – anche soluzioni alternative idonee comunque a giungere ad una separazione tra la società ed Autostrade per l’Italia, che diano certezza al mercato, sia in termini di tempi che di trasparenza, nonché della irrinunciabile tutela dei diritti di tutti gli investitori e stakeholders coinvolti”.
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Per questo motivo, nell’ultimo incontro si è deliberato di vendere “tramite un processo competitivo internazionale – gestito da advisor indipendenti – dell’intera quota dell’88% detenuta in Autostrade per l’Italia, al quale potrà partecipare CDP congiuntamente ad altri investitori istituzionali di suo gradimento, come già ipotizzato nella lettera”. La quota fino all’88% verrà scissa in maniera parziale e proporzionale, tramite la creazione di “un veicolo beneficiario da quotare in borsa”. E la prossima data è già calda: 3 settembre, giorno in cui ci si incontrerà “per esaminare e approvare il progetto di scissione”.