L’Aula del Senato ha approvato all’unanimità il Ddl anti-violenza che ora è legge. Sanzioni fino a 5.000 euro e pene fino a 16 anni.
Via libera definitivo del Senato, all’unanimità, al Ddl sulla sicurezza di medici e operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. Il provvedimento, incardinato nella mattinata con la relazione della senatrice Paola Boldrini del Partito Democratico, è legge. “Da oggi c’è una legge che difende con più forza da ogni forma di aggressione i professionisti sanitari e il loro lavoro. L’approvazione definitiva del disegno di legge sulla sicurezza dei medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari rappresenta un importante traguardo, che ha unito Governo, Parlamento e mondo della sanità”: così scrive su Facebook il ministro della Salute, Roberto Speranza. Il ministro Speranza ha poi sottolineato come gli episodi di violenza e le aggressioni a chi lavora negli ospedali e negli studi siano inaccettabili.
Tra le novità, anche l’istituzione di un Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza che dovrà essere costituito, per la sua metà, da rappresentanti donne. Previsti anche protocolli operativi con le forze di polizia per garantire interventi tempestivi. Mentre, per quanto riguarda, casi di lesioni o percosse vi sarà la procedibilità d’ufficio. In caso di aggressioni sono state stabilite le pene di reclusione fino a 16 anni e sanzioni fino a 5.000 euro. Invece, nell’articolo 3 si rimette al ministro della Salute la promozione di iniziative di informazione sull’importanza del rispetto del lavoro del personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria, utilizzando le risorse disponibili a legislazione vigente per la realizzazione di progetti di comunicazione istituzionale. L’articolo 8 istituisce, poi, la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza ad una cultura che condanni ogni forma di violenza. La Giornata si celebrerà annualmente in una data da definire con decreto del ministro della Salute di concerto con i ministri dell’Istruzione e dell’Università della ricerca.