Sono state impiegate circa mille maestranze provenienti da 330 piccole e medie imprese del nostro Paese. Il costo totale del Ponte di Genova è di 202 milioni, con 18 pile in cemento armato a sorreggerlo.
La giornata di ieri è stata forse una delle più importanti nella storia recente del nostro Paese. A Genova, infatti, le macerie, il terrore e il lutto hanno fatto posto alla ricostruzione, alla rifioritura di qualcosa di bello, di utile e di italiano. Il nuovo Ponte di Genova San Giorgio, ribattezzato “Ponte Morandi” per fare riferimento al suo progettista, è stato rialzato. L’inaugurazione avvenuta in pompa magna, alla presenza delle principali autorità nazionali, è stato il momento più alto. Il momento in cui è stata giustamente celebrata la fatica fatta e il lavoro svolto dalle maestranze.
Ma nel day after dell’inaugurazione, con le parole di Conte e Mattarella che ancora echeggiano sopra al capoluogo ligure, arriva il momento di dare i numeri. Il nuovo Ponte di Genova è stato costruito quasi due anni dopo quel terribile 14 agosto del 2018, il giorno del crollo e della morte di 43 persone. E il primo numero di riferimento è proprio il 43: tanti sono i lampioni, uno per ogni persona deceduta, che illumineranno nelle ore notturne il chilometro dato dal ponte. Ma ci sono altri numeri che rappresentano in maniera ancor più chiara l’importanza di questa opera.
A partire dai 202 milioni di euro investiti per il progetto e per la costruzione della nuova infrastruttura. Per l’opera di demolizione del vecchio Ponte, invece, il Paese ha dovuto investire altri 19 milioni di euro. Non sono da escludere eventuali costri supplementari, anche se questi sarebbero a carico del gruppo Autostrade per l’Italia in base agli accordi sanciti nell’ultimo incontro con il Governo. Un altro numero importante è quello delle circa mille maestranze scese in campo per restituire a Genova il ponte che è andato a fondo quasi due anni fa.
Sono state coinvolte 330 tra piccole e medie imprese, tutte made in Italy. Il loro lavoro è stato incessante ed encomiabile, soprattutto in piena emergenza Covid, quando la costruzione del nuovo Ponte di Genova non si è fermata, ovviamente in tutta sicurezza. E poi ci sono gli altri numeri, quelli un po’ più tecnici, che rappresentano la base del lavoro svolto in questo anno e mezzo di ricostruzione. Abbiamo già parlato dei 43 lampioni, che simboleggiano il ricordo delle vittime: verranno alimentati dai pannelli fotovoltaici, a conferma dell’impegno per la sostenibilità ambientale.
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Ma il nuovo Ponte di Genova San Giorgio, questa volta, avrà anche delle basi solide. E così, sulla base del progetto disegnato per l’occasione da Renzo Piano, ci saranno 19 campate a comporre i 1.067 metri della lunghezza del nuovo viadotto sul torrente Polcevera. 14 di queste sono costruite in acciaio-calcestruzzo da 50 metri, altre 3 sono invece da 100 metri, mentre le ultime due misurano rispettivamente 41 e circa 26 metri. Il tutto sorretto da 18 pile in cemento armato con una impalcatura in acciaio, con la forma della ciglia di una nave. Il simbolo della ripartenza per il Ponte di Genova.