1 miliardo di studenti e 40 milioni di bambini a casa per il coronavirus. La scuola sta subendo un tracollo senza eguali ma adesso bisogna trovare soluzioni alternative.
Nel mese di luglio oltre 1 miliardo di studenti in 160 Paesi è stato colpito dalla chiusura delle scuole causata dalla pandemia di coronavirus e 40 milioni di bambini non hanno potuto frequentare materna e asilo. A sottolineare i numeri è il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che denuncia il rischio di una crisi del sistema educativo.
Prima della pandemia, ha detto Guterres in un video messaggio postato sul suo account Twitter, c’erano già “250 milioni di bambini che non potevano andare a scuola e soltanto 1 quarto di studenti delle scuole secondarie nei paesi in via di sviluppo che ricevevano un’istruzione di base”. Adesso si rischia “una vera catastrofe generazionale”.
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Anche la didattica a distanza ha i suoi limiti: le lezioni digitali non raggiungono tutti allo stesso modo. Anche in Italia un milione e mezzo di studenti su otto è rimasto tagliato fuori. Il governo ha stanziato 70 milioni per assicurare a tutti dispositivi adeguati e collegamenti decenti. Ma è chiaro che per quanto efficiente ancora non è stata messa in funzione e il lavoro da remoto non può che amplificare le diseguaglianze di partenza. A dirlo è l’Unesco, con uno sguardo globale, dall’Asia all’Africa al Sudamerica, ma non esclude anche l’Europa. In Germania il governo ha accolto il consiglio degli esperti dell’Accademia leopoldina delle Scienze che raccomandavano la riapertura delle scuole il prima possibile: hanno cominciando con gli studenti degli ultimi anni delle superiori fino ad arrivare alle elementari. In Francia Emmanuel Macron ha riaperto le scuole l’11 maggio. E il suo ministro dell’Istruzione Michel Blanquer ha precisatodurante la quarantena, che avrebbero dato la precedenza agli alunni delle zone più in difficoltà.
Mentre in Italia chi sono gli studenti più a rischio? Sono quelli che già alla fine della terza media hanno accumulato un ritardo difficilmente recuperabile. Sono anche quelli che non riesco a superare le prove invalsi o che non sono seguiti dalla famiglia. Quanti sono quelli che non raggiungono la sufficienza nei test standardizzati ? Uno su tre su base nazionale, ma in alcune regioni del Sud sono addirittura la metà: la metà dei quattordicenni calabresi e campani non sa leggere né scrivere né far di conto. Il dato è allarmante e il disequilibrio tra chi ha la possibilità di studiare e chi no diventa sempre più ampio.
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