L’incendio scatenato nei pressi de L’Aquila risulta essere di origine dolosa, come dimostrato dal ritrovamento di alcuni inneschi. I roghi si sono spostati verso il centro, minacciando il quartiere Pettino. Alle 6:30 di mattina è stato dato il via alle operazioni canadair. Nel frattempo, nella notte, diversi cittadini sono scesi in strada preoccupati.
L’incendio che stava flagellando il circondario de L’Aquila durante la notte si è allargato spinto dal vento, avvicinandosi sempre più al centro abitato, più in particolare nei pressi del quartiere Pettino. Proprio in quel quartiere diverse sono le persone scese in strada nella notte, lungo via del Castelvecchio, via Sfrizzoli e altre vie circostanti, facendo video e mettendosi a disposizione dei soccorsi. Alle 6:30 sono ripartite le operazioni canadair, ma la preoccupazione resta alta, soprattutto su alcune possibili evoluzioni dell’incendio, ormai visibile in tutta la città. Sale la preoccupazione soprattutto per le linee tagliafuoco, la cui efficienza può essere incrinata a causa della grandezza e delle dinamiche dell’incendio. Il vero timore riguarda dunque un’altra possibile evoluzione: le fiamme potrebbero arrivare alla zona di Madonna Fore e San Giuliano. Una zona molto frequentata da aquilani e, tra l’altro, fortemente colpita dal rogo che ebbe luogo nel 2007.
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Il dispiegamento di elicotteri e canadair sta cercando di monitorare un incendio che ancora non è stato domato. Sono 300 le persone attive sul posto, pronte a operare sul fronte aquilano e sul fronte da cui è partito tutto, la collina adiacente alla frazione aquilana di Arischia. Prosegue indefessa l’attività di 80 vigili del fioco, 70 volontari della Protezione civile, 30 Alpini, forze dell’ordine e polizia locale. Si spera, intanto, nel temporale previsto questo pomeriggio a L’Aquila, che potrebbe fornire una mano in più nell’opera di spegnimento dell’incendio. Nel frattempo arriva la richiesta del comune dell’Aquila, rivolta direttamente alla presidenza del Consiglio dei ministri: la dichiarazione dello stato di emergenza. Infatti gli incendi che ormai quasi giunti alle case sarebbero iniziati giovedì scorso, nei pressi di Pettino, Cansatessa e Arischia. Ora quegli stessi incendi si stanno avvicinando nel centro abitato, e il comune chiede una presa di posizione più drastica.
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Nel frattempo il sindaco Pier Luigi Biondi ha chiesto al dipartimento di Protezione civile nazionale maggiore carburante per i mezzi aerei. Intanto il primo cittadino fa sapere: “Nel corso della giornata sono stati censiti i residenti delle zone interessate dal perimetro del fuoco. Si tratta di 1800 residenti, ma di questi solo una novantina sono nelle case più vicine al fronte delle fiamme”. Si avvina sempre più la possibilità che accada ciò che tutti vorrebbero evitare: l’evacuazione di una trentina di famiglie dalle loro abitazioni. Le ordinanze per il trasferimento, intanto, sono già sul tavolo. E infatti Biondi ha fatto sapere su Facebook: “Di due fronti, ne rimane sostanzialmente solo uno. Nella frazione di Arischia è sotto controllo, seppure non del tutto domato. Nei quartieri di Cansatessa e Pettino, invece, il quadro è più serio e ha generato apprensione tra i cittadini: molti sono scesi in strada nel corso di questa notte e di ieri. Per ora non sono state disposte evacuazioni, ma abbiamo comunque individuato strutture ed alloggi alternativi per l’ospitalità”.