A Roma. Nella capitale d’Italia dove nel 1922 migliaia di camicie nere marciarono con armi segnando l’inizio del regime di Benito Mussolini nasce il museo del fascismo. Polemiche per le interpretazioni offerte alla struttura.
Un “grande museo” che “funga da polo attrattore per scolaresche, curiosi, appassionati ma anche turisti da tutto il mondo”. La proposta – destinata a far discutere (già hanno protestato sei intellettuali, da Manconi a Recalcati) – arriva da tre consiglieri comunali M5S tra cui Gemma Guerrini, già vicepresidente della commissione Cultura in Campidoglio. Guerrini, non nuova, a iniziative e prese di posizione divisive ha spiegato che l’idea del Museo sul Fascismo nasce da un’esigenza culturale e antifascista. Nella mozione si fa riferimento, prendendole come modello, a “operazioni culturali di analisi critica del periodo del nazismo” che “hanno portato alla realizzazione di centri intitolati a questo tema”.
Le esperienze, centri visitati da migliaia di persone provenienti da tutta Europa”. La consigliera M5S contestualizza poi facendo riferimento all’attualità. Parla di “necessità di contrastare il negazionismo e l’ignoranza ancora diffusa su fatti accaduti nella prima metà del Novecento in Italia” e cita i rigurgiti neofascisti che “anche recentemente hanno offeso Roma e i suoi cittadini”.
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Museo del fascismo: rischio di un’interpretazione ambigua
Tuttavia, il rischio di una interpretazione ambigua c’è. I modelli europei citati nella mozione hanno un carattere chiaro: ricordano quello che successe con il nazismo. Un museo del fascismo, soprattutto di questi tempi, con l’ultradestra che rialza la testa profittando del campo offerto dai sovranisti, si presterebbe a diventare un mausoleo nostalgico molto pericoloso. Come i pellegrinaggi a Dongo dove il duce fu ucciso. O al campo 10 del cimitero Maggiore a Milano dove sono sepolti centinaia di caduti della Rsi. Mete che si trasformano in luoghi di pellegrinaggio in cui si rivivono quegli attimi.
Inoltre, è giusto sottolineare che ci sono moltissime correnti neofasciste che stanno venendo fuori:ieri c’è stato anche il presidio negazionista in occasione del quarantesimo anniversario della strage fascista di Bologna. In piazza del Popolo, insieme a miltanti di Forza nuova, attivisti del comitato L’Ora della verità, pezzi di Avanguardia nazionale e ultrà di Verona e Lazio, c’era anche l’ex terrorista dei Nar Luigi Ciavardini, che per l’eccidio bolognese è stato condannato a 30 anni insieme a Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. Sul tema della condanna del vecchio e nuovo fascismo, in casa M5S, ci sono e continuano a convivere idee e sensibilità diverse. La sindaca Virginia Raggi si dice contraria ad un museo sul fascismo a Roma e blocca la mozione a firma della consigliera cinquestelle Gemma Guerrini “Roma è una città antifascista, nessun fraintendimento in merito”, afferma la sindaca della Capitale.