Ripartire dal presente è possibile ma il virus non è scomparso, gira tra noi. “Permettere al coronavirus di espandersi in maniera incontrollata sarebbe un nuovo triplo spreco e ha un costo enorme per la sanità italiana”, così Ilaria Capua parla della possibilità di una seconda ondata.
Che cosa sta accadendo adesso in Italia e in molti altri Paesi duramente colpiti in primavera? Il virus circola e come ogni virus che si rispetti, colpisce in diversi modi a seconda del fisico e dell’età. In molti casi gira travestito da nulla, esattamente come ha fatto per tutto il mese di dicembre, gennaio e buona parte di febbraio. Manciate di persone qui e lì che creando assembramenti non si rendono conto che il pericolo non è passato. “Ho incrociato molte mascherine – afferma Ilaria Capua, la nota virologa italiana – per alcuni giorni in Italia e ho visto percezioni e scenari diversi. La paura di un colpo di coda è palpabile al Nord e viene ridicolizzata altrove. Un gioco molto rischioso se parliamo di futuro”.
L’ombra di una seconda ondata inquieta molti e per questo è bene fare alcune precisazioni. “Quando si parla di seconda ondata ci riferiamo a un aumento rapido, esponenziale e continuo del numero di pazienti che farebbero ricorso alle terapie intensive, tanto da determinarne il sovraccarico e quindi il crollo. Èd è possibile che questo accada”, sottolinea Capua. Adesso sappiamo che ci sono tre cose indispensabili da fare: tenersi il più lontano possibile dagli altri, tenersi le mani pulite e tenere il viso lontano dagli altri. In qualsiasi ambiente a rischio avere una barriera fisica sul volto è sempre meglio di non avere nulla.
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Lo scopo di tutte queste scocciature tanto logiche quanto necessarie è quello di rendere sempre più difficile il contagio. E se il numero di persone fosse molto elevato, si potrebbe superare la soglia di recettività delle terapie intensiv, ricrollando ancora una volta dentro alla fase 1. Il Covid-19 si è portato via migliaia di italiani e molto di più. Tra questo molto che è volato via, ci sono i costi che la sanità italiana ha dovuto sostenere per far fronte all’epidemia, il crollo del Pil per il blocco delle attività e molto altro. Inoltre, la sanità pubblica ha bisogno di ossigeno.
“Permettere al coronavirus di espandersi in maniera incontrollata sarebbe un nuovo triplo spreco. Si perderebbero vite di pazienti e operatori nel contempo bruciando anni di salute. Mi riferisco ai cosiddetti strascichi o alle complicazioni da Covid-19 che scopriremo nel tempo”, afferma infine Capua. Ogni ricoverato in meno risparmia il sistema e contribuisce alla ripresa delle attività di sanità pubblica tra cui: le vaccinazioni o lo screening per i tumori. Non possiamo lasciarci battere su queste conquiste. Il sistema italiano deve e può funzionare al massimo della sua prestazione.
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