Daniela, la mamma di Elena e Diego, parla dopo che il marito ha ucciso i suoi figli lo scorso 26 giugno. Dice: “Lo ha fatto per fare male a me, ha negato il futuro a due creature”.
È ormai passato più di un mese da quel maledetto 26 giugno. Il giorno in cui due piccoli bambini, Elena e Diego, hanno perso la vita in maniera tragica. A ucciderli è stato il padre, Mario Bressi. E nella casa di Gessate in cui vive la madre, Daniela Fumagalli, ci sono ancora tanti oggetti e tanti ricordi che manterranno viva la presenza dei due bambini. Una tragedia di dimensioni incalcolabili per una madre, che a suo dire è stata punita dal marito con il gesto più barbaro, ovvero l’uccisione di quelli che in un primo momento erano stati il frutto del loro amore.
E così il Corriere della Sera è entrato nella casa della mamma di Elena e Diego. Daniela ha accolto un vero e proprio inviato speciale del quotidiano milanese, l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni. E il confronto tra quest’ultimo e Daniela Fumagalli riparte dall’ultimo gesto, ovvero la lettera scritta dalla donna in occasione del funerale. “Quella lettera l’ho scritta per metterla nella loro bara – dichiara – , perché facesse loro compagnia, li accompagnasse nel viaggio, nel buio e nel freddo”.
E poi, nel corso della chiacchierata, la madre di Elena e Diego svela i motivi che potrebbero ad aver portato al doppio omicidio. Un avvenimento tragico che sembra avere una base ben chiara: “Mario ha fatto quello che ha fatto per fare male a me – dice Daniela – . Ma ha tolto quelle sue creature ai loro amici, ai loro compagni, ai loro allenatori, al futuro che dovevano vivere. Io non voglio, non posso, ricordarli come li ho visti l’ultima volta. Voglio ricordarli con un sorriso, il loro sorriso”.
Un rapporto travagliato, quello tra Daniela e Mario, che ha portato all’uccisione dei bimbi. “Avevamo problemi da tempo, molto tempo – svela la donna – . Ha fatto qualcosa di spaventoso. Che una persona uccida due bambini con le sue mani lo ritengo impensabile. Che lo faccia un padre con i suoi figli è disumano. Come si fa uccidere due creature, i tuoi figli, con le proprie mani? Mani di padre, mani che dovrebbero servire per carezzare, rincuorare chi ti guarda come un riferimento, come la garanzia della protezione da tutti i mali del mondo”.
Elena e Diego erano andati dal padre “il mercoledì sera e dovevano tornare il venerdì sera”. Tuttavia, quest’ultima cosa non è mai accaduta e Daniela non potrà riabbracciare mai più i suoi figli. E poi arriva il ritratto dei bimbi uccisi, partendo dal maschietto: “Diego era un ragazzo silenzioso, riflessivo. Parlava poco ma sapeva divertirsi molto con i suoi amici. Leggeva molto e rifletteva di più. Quando eravamo in casa lui ed io non volava una mosca. Ciascuno faceva le sue cose, in serenità. Era pieno di domande”.
Quanto a Elena, invece, Daniela parla di lei come “un’equilibratrice”. Una bambina che “parlava molto, era un’alluvione di energia e di allegria. Ma era anche, sempre, bisognosa di coccole e di conforto. Era capace di trovare un modo tutto suo per superare le asperità, per oltrepassare le tensioni”. Più in generale, la madre parla di Elena e Diego dice che “quei due bambini riuscivano a essere di conforto per tutti, a cominciare dai nonni. Dove arrivavano portavano allegria e vita. Erano due bambini che avevano un eccezionale rispetto, direi un’etica, delle regole”.
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“Mi mancano tantissimo. Tutto mi parla di loro”, dice ancora di loro Daniela. “Quei due bambini erano indipendenti da lui e da me, erano vite vive, erano persone, non erano oggetti nella disponibilità di altri. Erano persone, con un futuro davanti e un presente da vivere. Tutto cancellato. Per odio”. Già, quell’odio che la madre di Elena e Diego non riesce a provare nei confronti del marito-omicida: “Non so cosa voglia dire questa parola. Come si può odiare un essere umano? Ho dentro tanta rabbia, tanta tristezza, tanto rammarico. E poi su chi potrei riversare l’odio? Su qualcuno che non c’è più, che aveva una personalità deviata, che mi ha odiato profondamente? Sarebbe giusto ripagare con la stessa moneta?”.
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