Paolo Bolognesi su strage di Bologna: ”Processo complicato e difficile”

Il 2 agosto del 1980 una bomba devastò la stazione di Bologna. Quarant’anni dopo la ferita è ancora aperta.

Sono passati quarant’anni dalla strage di Bologna. Questo 2 agosto, come ogni anno, la città ricorderà quel giorno e le sue vittime. Furono 85 i morti e 200 i feriti. Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime, che nell’attentato perse la suocera Enza ed ebbe altri feriti tra i familiari, tra i quali il figlio Marco, ha dichiarato: “Ci sono sviluppi dovuti, almeno in parte, al lavoro costante dell’Associazione familiari delle vittime, sviluppi che stanno portando a risultati veramente eccezionali”. Lo ha raccontato a AdnKronos, ed ha aggiunto: “Questi sviluppi – ha spiegato – porteranno probabilmente a un processo che, a mio parere, sarà complicato e difficile, proprio perché va a toccare interessi elevatissimi”.

L’appello di Bolognesi

“Chiedo ai cittadini italiani di stare vicino ai familiari e ai giudici. Non vorrei fossero lasciati soli. È compito di tutti essere presenti e far sentire il calore della città e dell’Italia, chiedere a gran voce la verità, fino in fondo, su questa strage”. Dal processo sui mandanti della strage alla stazione di Bologna, che potrebbe vedere la prima udienza preliminare già in autunno, i familiari si aspettano molto. “Teniamo presente – ha raccontato Bolognesi – che questa indagine sta portando a sviluppi che sicuramente andranno a coinvolgere, in maniera pesante, anche altri avvenimenti che sembrano insondabili, che possono sembrare misteriosi. Ma di misterioso – ha sottolineato – non c’è niente, sono solo segreti, volendo si risolve tutto. Solo che fino ad adesso era un volere molto attento a non disturbare nessuno, perciò era un volere che non andava da nessuna parte”.

Ed ha aggiunto ancora Bolognesi: “E teniamo presente che comunque, quando c’è stata la prima indagine, si lavorava con i mezzi che c’erano nel 1987-1988, quindi erano abbastanza limitati in termini tecnologici. Adesso la strumentazione e le possibilità sono molto grandi. Mano a mano si scava – ha poi concluso Bolognesi – si arriva più avanti nel risolvere questo rebus e, risolvendolo, si andrà a rivedere con occhio molto più attento altri casi che hanno preceduto e seguito la strage di Bologna”.

Marta Zelioli

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