L’ex consigliere del Csm è stato nuovamente interrogato: otto ore di domande, fino a notte fonda. Per rispondere delle nuove accuse di corruzione e violazione del segreto istruttorio.
Un lunghissimo interrogatorio, che si è concluso in piena notte: «Non ha veicolato nessun esposto e per il resto ha chiarito rapporti di amicizia, quasi familiari, con gli imprenditori. Lo scooter? Preso in prestito per un periodo limitato di tempo e lemulte pagate direttamente o restituendo i soldi». Questo il riassunto, almeno nel resoconto dei suoi legali, della giornata di domande serrate che il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone, insieme ai sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano, hanno rivolto alll’ex consigliere del Csm Luca Palamara. L’ex magistrato ha risposto – a partire dalle tre di pomeriggio – alle domande degli inquirenti. Una prima idea di quello che stava accadendo l’ha data lo stesso Cantone, che è uscito per qualche minuto dagli uffici dove era in corso l’interrogatorio dopo circa quattro ore: «Ci vorrà ancora tempo», ha dichiarato, sottintendendo la complessità del confronto. Anche perchè i magistrati perugini hanno aggiunto tre contestazioni all’iniziale accusa di corruzione. Il gip dovrà poi decidere quali intercettazioni telefoniche trascrivere, compresa quella che riguarda i colloqui di Palamara con Cosimo Ferri e l’ex ministro Luca Lotti. Ma intanto, appunto, la procura ha aperto due nuovi fascicoli a carico di Palamara: la più recente accusa di corruzione è relativa a quattro weekend trascorsi tra il 2011 e il 2018 con la moglie, la sua famiglia e Adele Attisani (già indagata come «istigatrice delle condotte delittuose» nel procedimento principale) in un albergo di lusso a Capri in cambio – secondo la procura – di favori al fratello dell’imprenditore proprietario dell’hotel.
L’ulteriore fascicolo sull’accusa di violazione di segreto – in concorso con l’altro ex pm romano Stefano Fava – riguarda invece la rivelazione di notizie circa un esposto presentato dallo stesso Fava al Csm contro l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il procuratore aggiunto Paolo Ielo, nell’ambito della battaglia per la successione alla procura romana, per quel «mercato di toghe» per cui Palamara è sotto procedimento disciplinare. In questo caso, nel mirino c’è la riunione del 9 maggio 2019 all’hotel Champagne per parlare di nomine ai vertici degli uffici giudiziari di Roma ma anche di Perugia, come emerso dalle conversazioni intercettate dalcellulare di Palamara e di cui si parlerà in aula, dopo la memoria presentata dai suoi legali.
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