Il leader della Lega torna a Milano Marittima, ma il suo umore non è dei migliori. Salvini ammette di aspettarsi un aiuto da Renzi per evitare la sconfitta in Senato sul processo sul caso Open Arms.
Il ritorno di Matteo Salvini al Papeete – il secondo dopo la fine del lockdown da Covid-19 – non è di certo dei migliori. Il leader della Lega è andato a rifugiarsi presso il suo “buen ritiro” di Milano Marittima, dopo una pesante batosta in Senato. La votazione che lo ha portato ieri a prendere atto del processo ai suoi danni per i fatti della nave Open Arms, lo ha abbattuto sul piano psicologico. Ma a disturbare la serenità di Matteo Salvini non è stata la votazione in sè. Anche perchè l’ex ministro dell’interno era consapevole del risultato che sarebbe venuto fuori.
A dar fastidio a Salvini è stato il fatto di non aver ottenuto il sostegno che si aspettava. In fondo, in base al dispiegamento delle forze in campo in Senato, non era difficile da immaginare che i 160 voti in Senato contro di lui sarebbero arrivati. Senza girarci troppo intorno, l’ex vice-premier si aspettava un aiuto che non è arrivato. In particolare era Matteo Renzi l’uomo al quale Salvini si affidava per evitare di affrontare il processo sul caso Open Arms. L’aiuto non è arrivato, e allora il leader del Carroccio non ha fatto a meno di farlo notare.
E così, dopo essersi inizialmente negato ai giornalisti presenti al Papeete, l’ex ministro spiega i motivi del suo malumore. La mancanza di un colpo di teatro da parte di Italia Viva, che avrebbe scosso ancora una volta l’equilibrio all’interno della maggioranza. E le poche parole espresse da Salvini, arrivano proprio contro Italia Viva e il suo leader: “Preferisco l’imbarazzato “bel tacer” del M5S alle gratuite supercazzole di Renzi e compagnia. Lui è passato dall’avere come modello De Gasperi al comportarsi come uno Scilipoti qualunque”.
Un tema che viene ribadito con due parole, spesso pronunciate in casi del genere da Salvini: processo politico. E anche quando sono i colleghi di Rete 4 a collegarsi con lui dal Papeete, il copione da parte del numero uno della Lega non cambia. “Non ho mai dato del venditore di tappeti a Renzi per un semplice motivo: ho troppo rispetto dei venditori di tappeti”. Alla base del pesante attacco da parte di Salvini ai danni dei renziani, c’è la loro incapacità di mantenere coerenza nel giudizio. Specialmente sul piano politico, quello che sta venendo meno secondo il leader leghista.
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“Italia viva diceva che Azzolina e Bonafede non sono capaci di fare i ministri. E Azzolina e Bonafede sono là. È per questo che sono sempre meno gli italiani che li credono”, prosegue Salvini nella sua invettiva. Il tutto mentre il Papeete accoglie un Matteo arrabbiato e al tempo stesso determinato a metterci la faccia davanti alla legge. Anche se per il momento, il leader della Lega sembra essere più interessato a smobilitare l’equilibrio politico, che non ad affrontare un tema delicato come un processo ai suoi danni.
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