Il ministro degli esteri ne parla in una lunga intervista. “Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare”, ha dichiarato Di Maio. In programma c’è un nuovo negoziato.
Luigi Di Maio entra a gamba tesa sulla questione relativa alle nuove rotte dei migranti verso il nostro Paese. Ormai da diversi giorni non si fa che parlare degli arrivi frequenti e carichi di clandestini, specialmente in Sicilia. Tra Lampedusa e Porto Empedocle, i porti vedono arrivare decine di migranti ogni giorno, rendendo la situazione sempre più complessa negli hotspot dell’isola. Di Maio, intervistato dal Corriere della Sera, fa capire che bisogna cambiare atteggiamento nella gestione degli immigrati. Nessun pugno di ferro, ma senza dubbio un’esposizione chiara della posizione del nostro Paese.
“La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia è un tema di sicurezza nazionale – dichiara il ministro degli esteri – . Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare, i cittadini chiedono giustamente delle risposte e il dovere di uno Stato è darle quelle risposte, lavorando per risolvere il problema alla radice”. Anche perchè stanno arrivando diversi migranti che portano con sè la positività al Covid, come si è visto dagli ultimi dati emersi. E proprio per evitare qualsiasi forma di nuovi focolai causati dai clandestini, bisogna cambiare atteggiamento.
Per questo motivo, Di Maio fa capire che bisogna intervenire. Nonostante negli altri Paesi le cose siano abbastanza complicate, come in Tunisia: “C’è una fase di instabilità politica che sta alimentando gli arrivi verso l’Italia e noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze. Questo è il nodo che stiamo affrontando già a livello governativo”. Anche perchè la Tunisia, come rivela il ministro, è un Paese sicuro. E in quanto tale, “chi parte per l’Italia viene rimpatriato”. Pertanto nessun tunisino verrà regolarizzato in Italia.
In tal senso, Di Maio svela l’incontro in agenda con l’ambasciatore tunisino in Italia. A lui verrà richiesto di accelerare i rimpatri. “Ci ha assicurato che dai primi di agosto ripartiranno”, dichiara il ministro, parlando di 80 rimpatri per volta. E sugli interventi del Governo in ottica migranti, l’ex leader del Movimento 5 Stelle è chiaro: “Intanto va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria e presto io stesso andrò a Tunisi per affrontare il tema, ma prima voglio i fatti”. E i fatti in questione riguardano un accordo con la Tunisia per il sequestro in loco dei barconi, prima che essi si muovano in mare con i migranti a bordo.
Di Maio fa anche un confronto tra la situazione che si sta vivendo con la Tunisia, e quanto accadde una ventina di anni fa con l’Albania. “Lo scenario ricorda quello albanese degli inizi del 2000 e allora – ricorda – con il governo di Tirana si cooperò in questo senso, il che contribuì a fermare i flussi. Con Tunisi dobbiamo sperimentare la medesima strada a mio avviso, lavorando naturalmente su più fronti”. I fronti in questione riguardano la cooperazione bilaterale: “Vogliamo rafforzare le istituzioni locali serve ad offrire possibilità di crescita e sviluppo a chi è in difficoltà e a dargli una prospettiva futura nel suo Paese di origine”.
Ma ci vuole anche il sostegno da parte dell’Unione Europea. A tal proposito, Di Maio dice di aver “accolto con soddisfazione l’appello di ieri da parte della Commissione, che dopo i nostri avvisi si è detta pronta a collaborare”. Il capo della Farnesina chiede a Bruxelles “un ruolo proattivo tanto in termini di riammissione che di riduzione delle partenze irregolari”. E sulla redistribuzione, il ministro svela: “Era già in vigore, poi sospesa durante il picco della pandemia, ma ora il picco fortunatamente in Italia è passato e il nostro confine meridionale, lo ricordo, è un confine europeo oltre che italiano”.
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L’intervista con Di Maio non poteva non toccare temi riguardanti la politica nazionale. Posto il suo ‘no comment’ sulla vicenda Salvini, si parla di Mes e di una eventuale riapertura da parte dei pentastellati: “Il presidente Conte in Europa ha giocato una partita straordinaria, ottenendo il massimo che potevamo ottenere. Ha ripetuto più volte che l’Italia non ne avrà bisogno e noi abbiamo fiducia nelle sue parole”. E sull’alleanza con il Pd, viene posto l’accento sulla necessità di portare nelle regioni l’ottimo lavoro in ottica nazionale. “Qualsiasi forza democratica che si rispetti ha l’obbligo di ascoltare i suoi territori”, conclude il ministro.
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