La recessione Usa è ufficiale dopo 11 anni di crescita
In seguito a questi numeri, gli Stati Uniti entrano ufficialmente in recessione. La contrazione del 32,9 sul Pil segue quella del 5% già registrata da gennaio a marzo. Avendo registrato due trimestri consecutivi col segno meno, gli Stati Uniti sono quindi in recessione. Da quando è stato imposto il lockdown in tutto il Paese per rallentare la diffusione del coronavirus. L’economia dovrebbe tornare a riprendersi nel terzo trimestre, anche se la nuova ondata di contagi potrebbe rallentare parecchio il ritmo della crescita. Il coronavirus e la conseguente crisi economica hanno posto fine a un’espansione durata ben 11 anni, la più lunga mai registrata finora negli Usa.
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Borse in forte calo, a Milano scendono ancora: Eni e Unicredit
Le Borse hanno subito negativamente tanto le attese quanto l’ufficialità del tracollo del Pil degli Stati Uniti: si continuano a vivere giornate difficili nel mercato nazionale ed internazionale, con forti cali generalizzati.
Piazza Affari non fa eccezione e si adegua alla depressione economica. La Borsa di Milano cede quasi il 4% (-3,79%) a mezz’ora dalla chiusura delle contrattazioni e prosegue pesante dopo i dati del Pil americano del secondo trimestre, crollato del 32,9%, e quello tedesco sceso del 10,1%. In Europa Francoforte (-4,06%) si posizione come peggiore al secondo posto dopo Milano, Madrid (-3,5%), Londra (-3%) e Parigi (-2,7%) con gli investitori preoccupati per l’andamento dell’epidemia di coronavirus e dei suoi impatti sull’economia. Wall Street continua a crollare. Il Dow Jones a metà pomeriggio perde l’1,71% a 26.085,37 punti, il Nasdaq cede lo 0,93% a 10.444,71 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,37% a 3.214,52 punti.