Tremano le borse e registrano, questa volta in maniera più che visibile, gli effetti della pandemia. Ad essere colpiti maggiormente i numeri sull’andamento della crescita e sulle trimestrali aziendali. Crollano gli Usa, con un Pil che segna un tonfo del 32,9%. La borse di Francoforte e Milano restano le peggiori.
La pandemia sembra non aver finito di dispiegare i propri effetti negativi sull’economia globale, anzi. E’ proprio in questo momento che i pesanti solchi lasciati dalla crisi diventano sempre più evidenti. Così gli Usa non possono che impallidire di fronte a un crollo del Pil del 32,9% del secondo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2019. Impallidiscono, nonostante si tratti, nella disfatta, di un risultato relativamente positivo: previsioni si erano mostrate ancor più catastrofiste. Si tratta comunque del calo peggiore dal 1947, anche se inferiore alle attese che credevano in un -34,5%. Per quanto riguarda le richieste di sussidi di disoccupazione, restano per la diciannovesima settimana consecutiva sopra il milione. Anche in questo caso, la situazione si rivela leggermente migliore del previsto, visto che il numero di richieste di disoccupazione si è rivelato inferiore alle aspettative. Ma tutto questo non basta per non destare preoccupazione, la situazione rimane ugualmente critica, ovunque.
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Tremano anche i listini azionari europei, con Milano e Francoforte tra i peggiori. Neanche la piazza tedesca rassicura più, quindi, con un arretramento del 3% anche in virtù di un Pil tedesco crollato di oltre il 10% rispetto ai tre mesi precedenti. Per quanto riguarda l’Italia, fortemente colpito risulta i settore oil, i cui titoli accusano il colpo del crollo del prezzo del petrolio. Soffre Eni, dopo la trimestrale e il taglio del dividendo. Enel, invece, sembra reagire positivamente al momento, con un aumento dell’utile netto del 5,6% e la conferma della cedola. Intanto, in generale l’Italia registra a giugno un aumento del tasso di disoccupazione, che raggiunge l’8,8%, con un +0,6 punti rispetto al mese di maggio. A rivelarlo sono i dati Istat resi noti di recente, che sottolineano: a giugno prosegue il calo degli occupati su base mensile. Aumentano in maniera consistente, invece, le persone in cerca di lavoro (+7,3% pari a +149mila unità). Si tratta soprattutto di uomini, con un +9,4%, a fronte del +5,0% delle donne.
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Per quanto riguarda le fasce d’età, preoccupa il tasso di disoccupazione giovanile, che arriva al 27,6%, registrando un +1,9 rispetto al mese precedente. A commentare i dati aggiornati a giugno è lo stesso Istat, che sottolinea: “Da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di circa 600mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160mila, a fronte di un aumento degli inattivi di oltre 700mila unità. Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione hanno determinato un calo rilevante rispetto al mese di giugno 2019 (-3,2% pari a -752mila unità), che coinvolge entrambe le componenti di genere, i dipendenti (-613mila), gli autonomi (-140mila) e tutte le classi d’età; l’unica eccezione risultano essere gli over50 (+102mila)”. A sottolineare la gravità della situazione anche i dati Eurostat che, tra le altre cose, evidenziano come in tutta l’Ue tra maggio e giugno la disoccupazione giovanile sia cresciuta dello 0,6%, raggiungendo il 16,8%.