Decine di ragazzi ogni giorno si tuffano dalla galleria di Moregallo. Diversi giovani sono morti saltando. Ma l’adrenalina vince la paura.
A Moregallo, Lecco, c’è una galleria che corre sopra il lago di Como. L’acqua sotto la strada è azzurra e invoglia tutti, soprattutto nelle giornate d’estate. A separare lo specchio del lago dall’asfalto della strada però ci sono 15 metri di vuoto. Tutto intorno gli scogli rendono ancora più pericoloso il tuffo. Eppure questo non ferma le decine di giovani che, ogni giorno, vengono anche da molto lontano per provare l’adrenalinico lancio dalla galleria di Moregallo. Già molti ragazzi hanno perso la vita saltando, l’ultimo un ecuadoriano di 26anni, deceduto sabato scorso.
Il sindaco è disperato: il Comune ha apposto cartelli di divieto, ha inserito multe, ha messo sbarre sulla scogliera per tentare di evitare che i ragazzi saltino e mettano in pericolo la propria vita. Ma nulla di tutto questo funziona. “Non bastano i cartelli, non bastano le sbarre, non bastano nemmeno i morti” – dice rassegnato il primo cittadino di Mandello, Riccardo Fasoli. E in effetti non sembra esserci davvero nulla da fare: il fascino di un salto nel vuoto per 15 metri è irresistibile per molti. Lo è ad esempio per Ricardo, 31enne ecuadoriano abitante di Lecco, che per decine di volte si è tuffato da quella galleria. “Prendo la rincorsa e mi butto. L’adrenalina che si prova non si può spiegare. E’ come volare” – spiega il ragazzo. Le sue parole sono la prova dell’attrazione, purtroppo a volte fatale, che il tuffo esercita su questi giovani.
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“Basta essere prudenti”
“Io non rischio mai troppo, sto attento, mi tuffo dalla prima volta della galleria e poi faccio il giro per tornare indietro” – racconta Ricardo. Il ragazzo conosceva l’ecuadoriano deceduto sabato lanciandosi dalla galleria, ma afferma di non essere spaventato dalla possibilità che gli tocchi la stessa sorte. “Paura dopo quello che è successo? No” – afferma sicuro – “Conosco il lago, basta essere prudenti”.
“Basta essere prudenti”. Tante volte però non c’è nemmeno la prudenza. Lo sa bene Pino Carvelli, gestore del bar e pizzeria Avalon, che sorge proprio nei pressi della galleria di Moregallo. “Sento passare i ragazzi che vanno a buttarsi. Vengono nel mio locale per bere una birra o un caffè. Sono soprattutto giovani tra i 20 e i 30 anni. Scommettono su chi farà il salto più alto o la foto più bella. Cerco sempre di dissuaderli. Ripeto che il lago in quel punto è molto profondo e che ci sono rocce pericolose. Ma difficilmente serve a scoraggiarli” – racconta il ristoratore.
Il richiamo dell’acqua sembra dunque essere irresistibile per questi ragazzi, che si lanciano sfide per spingersi oltre il limite. A documentare la pericolosa impresa ci sono sempre gli immancabili telefoni con foto e video dei tuffi. Gli scatti vengono poi caricati su YouTube e sulle varie piattaforme, come vanto del coraggioso tuffatore. Addirittura c’è chi non si accontenta dei 15 metri di salto offerti dalla galleria e si spinge sopra il tunnel. Lassù “pochissimi salgono” – racconta Francesco, 15 anni, arrivato in motorino da Como per tuffarsi insieme agli amici. “Nessuno del mio gruppo lo ha mai fatto, ma ho visto il video di un ragazzo della mia scuola che ci è riuscito” – afferma il 15enne – “Noi, come quasi tutti gli altri, scendiamo sulle rocce più in basso, salti una decina di metri. Devi solo stare attento“.