Autorità libiche sparano durante operazioni di sbarco: muoiono 3 migranti

Sono 3 i migranti rimasti uccisi in una sparatoria in Libia: le autorità locali hanno aperto il fuoco durante le operazioni di sbarco a Khums, ferendo altre 5 persone. L’OIM avverte: “La Libia non è un porto sicuro”.

migranti morti in libia
foto di repertorio – via Al Jazeera

Secondo quanto riportato dalle fonti internazionali, le autorità libiche avrebbero ucciso a colpi d’arma da fuoco 3 migranti nella giornata di ieri, mentre sbarcavano a Khums (a est di Tripoli) per un tentativo fallito di attraversare il Mediterraneo verso l’Europa. A riferirlo è stato la stessa Organizzazione internazionale per le migrazioni, che in una nota spiega come “le autorità locali hanno iniziato a sparare appena i migranti hanno effettuato un tentativo di fuga dal punto di sbarco”. I profughi erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica.

La Libia non è un porto sicuro per i migranti

Nella sparatoria, oltre ai tre migranti uccisi (pare fossero tutti di nazionalità sudanese), sarebbero altri cinque quelli rimasti feriti. Questi ultimi sono stati portati in alcuni ospedali della zona, mentre tutti gli altri sono stati trasferiti presso dei centri di detenzione. “La Libia non è un porto sicuro e respingervi chi scappa è illegale“, ha scritto Sea-Watch Italia in un suo ultimo post su Twitter.

Quest’ultimo gruppo di migranti (nel quale si contavano circa 70 persone) sbarcava a Khums da una nave dapprima intercettata, poi rimandata indietro dalla guardia costiera libica. Uno dei tanti gruppi che cercano di raggiungere l’Europa, e che la stessa Libia ospita entro i suoi confini nazionali. Secondo quanto riportato dal New York Times, oggi il Paese conta ben 654.000 migranti, relegati per lo più a vivere in condizioni anguste e con scarso o zero accesso alle cure sanitarie.

migranti
foto di repertorio – via The Guardian

E solo negli ultimi mesi (nonostante la pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero) sono stati centinaia i migranti bloccati in mare e rimandati in Libia, nonostante le condizioni a cui spesso vengono sottoposti nei centri. Non stupisce, allora, che la OIM abbia additato la Libia di non essere più un porti sicuro. “Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili“, è stato infatti il commento di Federico Soda, capo missione Oim in Libia.

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“L’utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione”, ha aggiunto Soda. Mentre l’Organizzazione lancia ora un appello agli altri Paesi europei: “È necessario mettere in atto uno sistema alternativo che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri. È altresì necessario che ci sia una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea”.

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