Secondo i pm non è mai esistita, alcuna delibera con la quale la Regione avrebbe accettato la trasformazione in donazione della fornitura pattuita ad aprile come affidamento diretto di 75 mila camici.
Fonti del Corriere riportano di un’ultima scoperta in merito al caso della fornitura di camici sanitari. Alla centrale acquisti regionale «Aria spa» diretta da Filippo Bongiovanni, non si trova, perché non è proprio mai esistita, alcuna delibera con la quale la Regione avrebbe accettato la trasformazione in «donazione» della «fornitura» invece pattuita il 16 aprile come affidamento diretto di 75 mila camici e 7 mila set sanitari, dei quali 49 mila camici e 7 mila set consegnati sino a quel giorno. Giunse a Dini, da parte di Bongiovanni, solo un riscontro in merito alla ricezione della mail ed un grazie di circostanza che non era sicuramente valido come assenso a una formalizzata modifica in merito al rapporto commerciale. In sostanza dunque, tutt’oggi continua a valere quella fornitura, che vincolerebbe a maggior ragione Dini a fornire alla Regione anche i pattuiti 25.000 camici restanti, base dell’ipotesi di reato di «frode in pubbliche forniture» contestata ai tre. Non a caso Dini sta ora valutando l’opzione di metterli a disposizione.
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