Presidio dei Mulini, due feriti e 9 identificati durante gli scontri tra forze dell’ordine e No Tav. Resa necessaria la rimozione delle barricate posizionate sul sentiero Gallo-Romano a nord del cantiere
Tensioni in Valle di Susa tra antagonisti e forze dell’ordine dopo le sgombero del presidio dei Mulini. Questa mattina, venerdì 24 luglio, gli agenti della Digos hanno rimosso le barricate posizionate dai No Tav – di cui una sul sentiero Gallo-Romano a nord del cantiere e una vicino al ponte Clarea. L’operazione si è resa necessaria “per difendere la zona”. Non sono mancate le conseguenze: feriti un funzionario della polizia, colpito alla testa, e un agente della Digos.
La testa di ponte del movimento No Tav era stata allestita lo scorso 20 giugno nel territorio di Giaglione, in concomitanza coi lavori di ampliamento del cantiere di Chiomonte per realizzare lo svincolo autostradale che verrà utilizzato dai camion per la rimozione del materiale di scavo. E utilizzata come avamposto gli attacchi al cantiere della scorsa settimana. In quella circostanza, gli episodi di tensione avevano portato alla denuncia di una trentina di persone. Il personale della Questura di Torino è intervenuto con le ruspe per rimuovere le barricate.
Una ventina di persone, che erano presenti al presidio, sono salite sugli alberi e sul web è stato lanciato un appello per richiamare attivisti in Valle: “Stanno sgomberando i mulini davanti al cantiere #notav – il messaggio divulgato – i ragazzi sono sui tetti. Hanno buttato giù le barricate alcuni minuti fa. Chi può vada a Giaglione”.
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A rispondere alcuni antagonisti, per lo più esponenti del centro sociale Askatasuna, che stanno cercando di aggirare i blocchi delle forze dell’ordine e di ripristinare le barricate rimosse. Ciò ha comportato alcune ore di tensione lungo il percorso di rimozione. La polizia è stata costretta a rispondere con alcune cariche. “I presidi da cui partono aggressioni e azioni violente contro le nostre forze dell’ordine vanno sradicati e liberati – commenta l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca – Chi vuole ostacolare con la violenza la realizzazione di una grande opera, che si farà, non può rimanere impunito. La reazione è stata necessaria per tutelare il procedere delle operazioni”.
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