Carabinieri arrestati a Piacenza, spunta anche un’orgia in caserma

Sono in arrivo nuove informazioni sui reati avvenuti all’interno della caserma Levante a Piacenza. Ieri, mercoledì 22 luglio, è stato attuato il sequestro di un’intera caserma dei carabinieri, con conseguente arresto di diversi agenti. Le accuse sono molteplici: traffico e spaccio di stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico. Ora spunta anche un festino avvenuto all’interno della caserma. 

carabinieri piacenza

Nella giornata di ieri, mercoledì 22 luglio, ha avuto luogo un provvedimento unico nella storia d’Italia: per la prima volta un’intera caserma è stata posta sotto sequestro. Diversi gli agenti arrestati, così come sono diverse le accuse a loro carico. Al centro dello scandalo, la caserma Levante, a Piacenza, dove si sarebbero consumati i seguenti reati, a partire dal 2017: traffico e spaccio di stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico. Sei i carabinieri arrestati. Poi altri quattro militari, sottoposti a misure cautelari di altro tipo. Ma l’inchiesta si spinge oltre, fino a coinvolgere altre 12 persone: 7 sono state arrestate, 4 sono ai domiciliari e una è libera. Le misure attuate sono l’atto conclusivo di un’indagine partita sei mesi fa da un carabiniere. Il militare, durante una testimonianza alla polizia locale riguardante un’altra inchiesta, aveva accennato a dei fatti poco trasparenti avvenuti all’interno della caserma.

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piacenza carabinieri arrestati - caserma sequestrata
Foto via La Repubblica

Ora arrivano ulteriori informazioni sui reati consumati all’interno della caserma. Al centro dello smercio di droga ci sarebbe l’appuntato Giuseppe Montella. Il carabiniere sarebbe protagonista di un sistema ben architettato che organizzava lo spaccio di droga sequestrata agli spacciatori concorrenti, coloro che non facevano parte del giro di amicizie. Un’altra modalità prevedeva l’acquisto e la vendita di droga attraverso una catena di intermediari sottoposti agli ordini dei carabinieri. Un sistema, quello a cui partecipava anche Montella, che durante i mesi di lockdown aveva anche fatto uso di “autocertificazioni con il timbro della stazione” per far circolare gli intermediari indisturbati.

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Ora, l’ultima: il festino in caserma. E’ sempre Montella a riferirlo a uno dei colleghi. Così il gip ora fa il punto: “Lo scenario rappresentato da Montella è quello di un’orgia tenutasi addirittura all’interno dell’ufficio del Comandante Marco Orlando (ai domiciliari) dove si era creato un tale scompiglio che le pratiche erano state sparpagliate a terra”. Poi il giudice ribadisce: “Non sono forse ravvisabili reati in simili condotte, ma dalla descrizione traspare ancora una volta il totale disprezzo per i valori della divisa indossata dagli indagati, metaforicamente gettata a terra e calpestata, come quella del loro Comandante durante il festino appena rievocato”. Stando a quanto emerso, l’orgia avrebbe coinvolto anche due donne, probabilmente a pagamento. A rilevare l’ennesimo illecito è stata appunto l’intercettazione tra Montella e Salvatore Cappellano: “I due carabinieri parlavano di un collega in onore del quale, forse in concomitanza con una ricorrenza, era stata organizzata una serata all’interno della caserma alla presenza di due donne, presumibilmente escort, con le quali erano stati consumati rapporti sessuali”. Intercettazioni rivelatrici e di cui, tra l’altro, i carabinieri sospettavano già. “Allora io acchiappo Davide per il collo e Claudio li attacco al muro e gli dico: È entrato qualcuno qui dentro? Adesso me lo dici, se no ti spacco tutti i denti”, disse Montella a proposito di una cimice rinvenuta in auto.

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