Bilancio, Parlamento Ue: centrodestra diviso. Pd e M5S separati dal Mes

Il Parlamento Ue ha votato una risoluzione sulle conclusioni del Consiglio europeo relative all’accordo sul Recovery Fund e sul bilancio Ie per il 2021-2027. La risoluzione è stata votata a larga maggioranza.

“Le conclusioni del Consiglio europeo rappresentano soltanto un accordo politico tra i capi di Stato e di governo e il Parlamento non è disposto ad avallare formalmente una decisione già presa ed è pronto a non concedere l’approvazione al bilancio fino a quando non sarà raggiunto un accordo soddisfacente nei prossimi negoziati”, così la risoluzione del Parlamento europeo, presentata dai cinque maggiori gruppi (Ppe, S&D, Renew Europe, Verdi, Sinistra-Gue), è stata votata a larga maggioranza: 465 voti a favore, 150 contro, 67 astensioni. Il centrodestra italiano non si è trovato d’accordo e i voti si sono divisi. Forza Italia, che fa parte del Ppe, ha votato a favore insieme al Pd e al M5S, mentre Lega e Fratelli d’Italia si sono astenuti. A settembre comincerà il negoziato sul prossimo bilancio dell’Ue 2021-2027 che sarà diretto dalla presidenza tedesca.

LEGGI ANCHE -> Scuola, i presidi alla ministra Azzolina: necessari 2,5 milioni di banchi singoli

Mes: ancora scontri tra Pd e M5S

Il Pd e M5S rimangono di due posizioni diverse sul Mes. I due partiti uniti al governo in Italia hanno votato in modo diverso sull’emendamento presentato dalla Lega e dal gruppo Identità e democrazia. L’emendamento chiedeva di respingere un utilizzo del Mes finalizzato a stimolare l’economia in seguito alla crisi della Covid-19. A favore dell’emendamento: Lega, FdI e M5S. A votare contro invece : gli eurodeputati del Pd, Azione, Italia Viva e Forza Italia. L’emendamento è stato bocciato, con 560 voti contrari. Sul Mes quindi, è ancora tutto da decidere.

LEGGI ANCHE -> Soldi dall’Europa, Mario Monti elogia il premier Conte

Il Parlamento ha poi espresso la propria opinione sul bilancio dell’Ue 2021-2027.  I fondi permetteranno per sette anni di mettere in pratica le priorità politiche dell’Unione. Per il Parlamento sono stati fatti troppi tagli, primi fra tutti:” i programmi orientati al futuro”. Sotto accusa le riduzioni di importanti programmi formativi come Erasmus, Horizon (ricerca), Just Transition Fund (transizione verde), Difesa, Healthcare (Salute), migrazione e asilo. L’Eurocamera si è dichiarata contraria anche nella scelta dei leader Ue di ridurre i trasferimenti a vantaggio dei prestiti. Sul Recovery Fund il Parlamento vuole contare di più per questo richiede “la necessità di una associazione del Parlamento alla governance del Recovery Fund”. Altro nodo sono le risorse proprie con cui viene alimentato il bilancio. Il Parlamento chiede, come specifica il punto 11 un calendario preciso nel primo anno, ovvero il 2021. Prima di tutto alla fine di questo dovranno essere operative almeno due questioni: la plastic tax e il sistema per lo scambio di quote di emissione di gas serra (Ets). Questi però è un punto su cui gli Stati membri non hanno mai trovato un punto d’accordo. I problemi sono ancora molti e gli accordi per ripartire non saranno facili da trovare.

Gestione cookie