Erika sarebbe partita in treno da Livorno in compagnia di tre amiche e un amico, ma prima di partire i ragazzi si sarebbero riforniti dal tunisino.
E’ stato arrestato dai carabinieri di Livorno e Firenze lo spacciatore accusato di aver venduto ecstasy alla 19enne livornese, Erika Lucchesi, trovata morta il 20 ottobre scorso in una discoteca di Sovigliana, nella provincia di Firenze. Si tratta di un 28enne tunisino che ora si trova in carcere, dopo che la scorsa notte i militari lo hanno trovato nella sua abitazione nei pressi della stazione centrale di Livorno e poi arrestato con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e morte in conseguenza ad un altro delitto. Emir Achour, è questo il nome e cognome del pusher nordafricano, ex latitante, che avrebbe venduto alla giovane tre o quattro pasticche di ecstasy che, mischiate con l’alcol, avrebbero procurato ad Erika delle crisi epilettiche e poi la morte; anche dall’autopsia sarebbe emerso un quadro compatibile con un’intossicazione da stupefacenti.
Nel registro degli indagati erano finiti, al tempo, il livornese Matteo Nerbi, 20 anni, molto amico della vittima che, secondo una prima ricostruzione avrebbe a sua svolta smerciato la droga presa dal fornitore. Sott’accusa è finita anche Antonietta Abruzzese, 47 anni, il legale rappresentante della discoteca “Mind” che ha ospitato l’evento in cui la giovane ha perso la vita. “L’iscrizione sul registro degli indagati del rappresentante del locale è un atto non soltanto dovuto, ma essenziale per fare chiarezza sulla situazione”, dichiara l’avvocato Gianni Assirelli, difensore del locale.