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Cronaca

Carabinieri arrestati per spaccio, estorsione e tortura: “Era come in Gomorra”

Arrestati dieci carabinieri e sequestrata una caserma intera, dopo una lunga inchiesta della Procura della Repubblica di Piacenza. Tra i reati si contano spaccio, estorsione, truffa, lesioni personali aggravate e tortura.

Piacenza carabinieri arrestati- alcuni dei carabinieri coinvolti nell’inchiesta – foto via La Repubblica

Dopo sei mesi di indagini, ne è uscita fuori un’inchiesta quasi senza precedenti, e che vede coinvolta un’intera caserma di carabinieri. Posta ora sotto sequestro e disposte le dovute misure cautelari, si parla di reati definiti “impressionanti”, per i quali soltanto un militare dell’arma è risultato pulito. I provvedimenti hanno infatti riguardato in totale 23 persone, di cui dieci carabinieri: oltre ai sei arrestati (cinque in carcere e uno agli arresti domiciliari), altri tre hanno l’obbligo di presentazione alla Polizia, mentre uno l’obbligo di dimora. Uno scandalo che ha come protagonista il personale della caserma “Levante” di via Caccialupo, a Piacenza.

Come Gomorra: “Abbiamo fatto un’associazione a delinquere”

Hai presente Gomorra? Le scene di Gomorra. È stato uguale e io ci sguazzo in queste cose. Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato!”. Queste sarebbero le parole di uno degli indagati (che non è però un carabiniere) intercettate da una conversazione finita agli atti dell’ordinanza che ha portato all’arresto di dieci militari dell’Arma. L’indagato parlava così al suo interlocutore, mentre gli spiegava le modalità con cui si era fatto consegnare un’auto.

Ma oltre ai reati di estorsione, si parla anche di spaccio, arresti illegali e tortura. Tutti illeciti gravissimi, questi, che “sono stati commessi in piena epoca Covid e del lockdown, con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dai decreti del Presidente del Consiglio. Mentre la città di Piacenza contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a casa delle norme anti covid”, ha spiegato il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella.

Mentre quindi la città era costretta in casa a causa delle terribili conseguenze della pandemia, i militari si sono resi protagonisti di “gravissimi episodi” che gettano un “fortissimo discredito” nei riguardi dell’impegno che migliaia di carabinieri “quotidianamente garantiscono al servizio dei cittadini e a tutela della legalità”. Tra i tanti reati contestati, si contano anche le lesioni personali e la tortura. Violenze e pestaggi erano infatti riservati agli spacciatori che non volevano collaborare ed entrare nella rete clandestina di gestione della droga nel quartiere creata dagli stessi carabinieri. L’accusa si è avvalsa anche di una foto, in cui viene ritratta una persona gettata a terra, ammanettata e piena di sangue.

Ma ad incastrare i carabinieri sono stante anche le emblematiche frasi captate dalle intercettazioni. “Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili“, riportano alcune conversazioni registrate da un’intercettazione ambientale. E ancora: “Abbiamo trovato un’altra persona che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice: ‘Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!’ e la roba gliela diamo noi!“.

Una “banda criminale” a tutti gli effetti, dunque, “con reati presunti che includono peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, lesioni personali aggravate, arresto illegale, perquisizioni ed ispezioni personali arbitrarie, violenza privata aggravata, tortura, estorsione, truffa ai danni dello Stato, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti”, spiegano i parlamentari emiliani del Movimento 5 Stelle, insieme ai Consiglieri comunali piacentini Sergio Dagnino e Andrea Pugni.

Nel frattempo, tra gli arrestati spunta anche un ufficiale, ovvero il maggiore comandante della Compagnia dei carabinieri di Piacenza, che è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di Piacenza e sospeso dal suo servizio. E in merito a un episodio del genere si è espresso anche il comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, Davide Angrisani, che ha ribadito il suo “totale sostegno” ai magistrati. Come spiegato da Angrisani, nei confronti dei coinvolti nell’inchiesta “è stata disposta l’immediata sospensione dall’impiego e contestualmente è stata avviata una valutazione amministrativa per adottare con urgenza rigorosi provvedimenti disciplinari”.

Piacenza carabinieri arrestati – la caserma sequestrata – foto via La Repubblica

Carabinieri arrestati a Piacenza, il ministro della Difesa

“Accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili. Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, che invece è composta da 110.000 uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle Istituzioni al fianco dei cittadini. Sono loro il volto della legalità, a ciascuno di loro oggi esprimo la più profonda riconoscenza e vicinanza”. Queste le parole del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, spese in merito all’inchiesta che ha già portato in carcere alcuni carabinieri e al sequestro di una caserma.

“Da subito sia l’Arma dei Carabinieri che il Ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinché si faccia completa luce sulla vicenda. Il Comandante Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto”, ha poi aggiunto Guerini.

M5s: “Condotte inqualificabili, non le tollereremo”

Sulla vicenda si sono espressi anche i deputati del Movimento 5 Stelle, componenti della
commissione Affari Costituzionali della Camera. “Le notizie che arrivano da Piacenza ci lasciano esterrefatti. Ventidue provvedimenti cautelari, dieci militari arrestati e accuse che vanno dal traffico di droga all’estorsione, fino agli arresti illegali e la tortura, un’intera caserma sequestrata per la prima volta in Italia. Reati gravissimi e purtroppo ad opera di militari“, hanno esordito i pentastellati in una nota congiunta.

E hanno poi proseguito: “In un Paese civile non è ammissibile che si approfitti del prestigio della divisa per compiere atti che finiscono per intaccare la credibilità dell’Arma e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. È inaccettabile assistere ad abusi e soprusi da parte di chi invece è deputato a garantire la sicurezza di tutti, anche e soprattutto di chi è posto sotto la propria custodia. Ringraziamo il Procuratore capo Grazia Pradella e tutta la Procura di Piacenza per il lavoro che stanno portando avanti. In attesa che la magistratura faccia il suo corso, ricordiamo che simili condotte non saranno tollerate, nel rispetto e a tutela di tutti i cittadini e del Paese”.

“La nostra solidarietà va alle vittime dei presunti abusi e all’Arma dei Carabinieri che da sempre è al servizio dei cittadini ed è composta da persone per bene, professionisti sempre al lavoro per la nostra sicurezza”, concludono nella nota i deputati grillini in Commissione giustizia alla Camera.

Carabinieri arrestati, Fratelli d’Italia: “Basta strumentalizzazione”

In merito all’inchiesta si è espresso anche il partito d’opposizione di Fratelli d’Italia, che ribadisce l’importanza di non strumentalizzare l’episodio. “La gravissima vicenda che ha coinvolto una caserma dei Carabinieri a Piacenza e che ci lascia profondamente amareggiati, non può e non deve essere usata a pretesto per colpire strumentalmente gli uomini e le donne dell’Arma. In attesa che la magistratura faccia le sue indagini, rinnoviamo la nostra stima ai carabinieri che tutti i giorni sono un baluardo di sicurezza e un punto di riferimento importante per milioni di cittadini”, dichiarano in una nota congiunta i deputati Tommaso Foti, Salvatore Deidda, Wanda Ferro e Davide Galantino.

foto via La Repubblica

Mentre il Questore della Camera dei Deputati, Edmondo Cirielli, ha già fatto sapere che presenterà “un’interrogazione urgente al Ministro della giustizia Alfonso Bonafede per chiedere l’invio degli ispettori alla Procura della Repubblica di Piacenza”. “Le responsabilità sono personali e quindi se singoli militari hanno sbagliato è giusto che vadano in galera. Ma il sequestro di una caserma, oltre ad essere un fatto stravagante e senza precedenti, rappresenta una lesione degli interessi dello Stato”, ha spiegato Cirielli, che vuole impedire la “spettacolarizzazione degli atti giudiziari”.

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“Siamo di fronte, infatti, ad una evidente intromissione nelle funzioni del Governo – ha proseguito il Questore – che, inevitabilmente, avrà ripercussioni anche sugli abitanti di Piacenza, in quanto saranno privati di un importante presidio di sicurezza, per eventuali colpe di taluni carabinieri e non certamente della Istituzione che essi rappresentano e di cui dobbiamo essere orgogliosi. È come se di fronte ad un reato commesso da un pm (cosa che capita non raramente) venisse sequestrata la Procura dove egli presta servizio. Dunque, alla luce dei reati contestati dai magistrati piacentini, l’Arma avrebbe potuto sospendere e trasferire ad horas i militari ritenuti colpevoli. Questa spettacolarizzazione degli atti giudiziari, anche a rischio di interrompere una pubblica funzione, va interrotta immediatamente“.

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