Si tratta della vicenda della nave Open Arms. Il 30 luglio voterà sulla richiesta di autorizzazione a procedere. Se prevarrà il “si”, il leader leghista sarà processato.
Sequestro di persona aggravato e rifiuto di atti d’ufficio: questi i reati per cui il leader della Lega Matteo Salvini potrebbe essere processato. Il 30 luglio l’Aula del Senato voterà infatti sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno per la vicenda della nave Open Arms. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Il leader della Lega, non appena venuto a sapere della notizia, ha commentato così sui social: “Mentre le coste italiane sono prese d’assalto dai clandestini e decine di positivi al Covid scappano dai centri d’accoglienza, giovedì 30 luglio il Senato voterà su un altro processo contro di me per il No allo sbarco degli immigrati a bordo della Open Arms”.
“Orgoglioso di quello che ho fatto, non vedo l’ora di vincere le elezioni per tornare al governo e difendere l’Italia e gli italiani. Avanti, a testa alta” ha aggiunto l’ex ministro, che è accusato di sequestro di persona aggravato e di rifiuto di atti d’ufficio. La vicenda è mota: Salvini – allora al governo insieme al Movimento 5 Stelle – non aveva indicato un porto sicuro impedendo lo sbarco alla nave dell’ong, che trasportava oltre cento migranti salvati nelle acque del Mediterraneo. E non è nemmeno la prima volta che il Senato vota una richiesta di processo per il segretario leghista: lo scorso maggio la Giunta per le immunità ha deciso di respingere la richiesta della magistratura di rinviare a giudizio l’ex ministro dell’Interno. L’esito del voto non è stata una sorpresa, dopo che i tre senatori di Italia Viva avevano annunciato che non avrebbero preso parte al voto, e dopo che la pentastellata Alessandra Riccardi ha votato contro il processo in dissenso dal suo gruppo. Il segretario del Carroccio ha poi già dovuto affrontare ben due richieste di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, e sempre per casi legati agli sbarchi dei migranti: una per il caso Diciotti e un’altra per il caso Gregoretti. Nel primo caso la richiesta era stata respinta (la Lega era al governo con i Cinque Stelle e aveva la maggioranza). Nel secondo caso la richiesta è stata accolta e il processo, che avrebbe dovuto svolgersi a luglio a Catania è stato rinviato a ottobre.
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