Da Bruxelles si inizia a parlare di cifre. Secondo prime voci all’Italia spetterebbero 209 miliardi, 36 in più rispetto a quelli preventivati all’inizio
A Bruxelles si inizia a parlare di cifre. All’Italia spetterebbero 208,8 miliardi, di cui 81,4 di sussidi e 127,4 di prestiti. Tale cifra però potrebbe variare poiché i calcoli pervenuti sono quelli effettuati da Charles Michel. Qualora venisse confermata questa cifra, si tratterebbe di 36 miliardi in più rispetta a quella iniziale, ossia 173 miliardi.
Giuseppe Conte ha fatto una battaglia enorme per il mantenimento dell’ammontare globale del Recovery Fund a 750 miliardi. Mentre gli altri Paesi parlavano di 700, il premier italiano ha insistito su una cifra che avesse un valore forte di risposta ai cittadini italiani ed europei.
La riunione è cominciata alle ore 21.45 con i 27 leader. La cifra sulla quota sussidi è terminata a 390 miliardi con la Resilience e Recovery Facility, ma inizialmente oscillava tra i 400 e i 500. Il bilancio europeo 2021-2027 resta bloccato a 1.074 miliardi di impegni ma la scelta accontenta anche i “frugali”. Alla Danimarca spettano 322 milioni annui di rimborsi, all’Olanda 1,921 miliardi, all’Austria 565 e alla Svezia 1,069 miliardi.
La svolta è avvenuta a seguito dello scontro tra Giuseppe Conte e Mark Rutte, dal quale l’olandese si ritiene soddisfatto. In poche parole i piani che sono stati presentati dagli Stati membri saranno approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata prendendo in considerazione le proposte presentate dalla Commissione. Il Comitato economico e finanziario (Cef) avrà il compito di valutare il rispetto delle tabelle di marcia e gli obiettivi fissati per l’attuazione dei piani nazionali.
Nonostante tutto ci sono ancora delle piccole insidie ed è proprio per questo che i leader si sono ritrovati a negoziare e che hanno fatto del vertice uno spartiacque per decidere delle sorti dei Paesi. E’ soltanto attraverso questo modo che nessuno dei membri è rimasto scontento cercando di fronteggiare una grave crisi economica.
Nessuno sconfitto, ma molti vincitori: sicuro Italia e Spagna che hanno guadagnato sui fondi del Recovery e sulle sovvenzioni a fondo perduto.
Non solo, hanno vinto anche i frugali che hanno costretto Michel, Merkel e Macron a scendere sotto la soglia dei 400 miliardi di sussidi.
La battaglia si chiude con un compromesso tra il controllo delle riforme di Rutte e l’opposizione agli intoppi nel processo di approvazione dei piani di rilancio di Conte.
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