Grazie all’intervento della polizia, 15 bambini sono stati liberati da una scuola islamica della Nigeria. Tutti di età compresa tra i 2 e i 10 anni, i minori sono stati segregati e torturati dal chierico che gestiva la struttura.
Un intervento della polizia ha permesso la liberazione di 15 bambini tenuti prigionieri presso una scuola islamica nella Nigeria centrale. I minorenni, di età compresa tra 2 e 10 anni, sarebbero stati tenuti in catene e torturati, secondo quanto riportano le fonti. I bambini sono stati rinvenuti dalle forze dell’ordine domenica scorsa, il 19 luglio, in “condizioni disumane” e con addosso i segni delle torture subite (tra cui cicatrici e ferite), secondo quanto riferito dal portavoce della polizia regionale Wasiu Abiodun.
Sempre Wasiu Abiodun ha poi riferito di aver ritrovato all’interno della scuola – situata nella città di Suleja nello stato del Niger, a ovest del Paese – “le catene utilizzate per legare le gambe ai piccoli”. Durante il raid effettuato dalla polizia, sarebbe finito in manette il religioso che gestiva la struttura: si tratta di Umar Ahmed, un 46enne originario di Unguwar Gwar. L’uomo “ha confessato il crimine durante l’interrogatorio; al momento soltanto indagato, “sarà presto chiamato a presenziare in tribunale per essere condannato”. Nel frattempo, ha assicurato Wasiu Abiodun, le piccole vittime sono state già consegnate presso la Niger State Child Rights Agency.
Le scuole religiose islamiche, chiamate scuole Almajiri, sono piuttosto comuni in Nigeria, ma sono anche ampiamente criticate e malviste per via delle condizioni squallide in cui versano le strutture, e per via dei trattamenti educativi inadeguati che usano sui minori. Molte delle strutture sono anche autorizzate ad operare come centri di riabilitazione, sia per i tossicodipendenti che anche per i bambini a cui sono stati diagnosticati problemi comportamentali.
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Già l’anno scorso, attraverso una serie di raid, la polizia aveva fatto irruzione e salvato centinaia di persone ospitate in questo tipo di istituti. Tutte le persone liberate dalle forse dell’ordine avevano lamentato frequenti episodi di tortura da parte dei loro insegnanti, così come anche diversi episodi di abusi sessuali. Nel maggio scorso, poi, i governatori dei 19 stati del nord della Nigeria avevano disposto la chiusura delle scuole Almajiri, che correvano il rischio di diventare pericolosi focolai di coronavirus nel Paese.
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