Triplicano i casi di contagio da Coronavirus in Spagna: 201 i focolai attivi

Triplicano i casi di coronavirus in Spagna: sono al momento 201 i focolai attivi, con gli epicentri maggiori localizzati a Barcellona e Lleida. La Spagna è ora il secondo Paese per recrudescenza del virus in Europa.

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coronavirus in Spagna – foto via El País

I casi di coronavirus in Spagna sono aumentati in poco più di due settimane, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute spagnolo, rilasciati lunedì scorso dopo un ritardo di tre giorni. A riportarlo è il quotidiano El País, che parla anche di una incidenza cumulativa di Covid-19 che è ora pari a 27,39 casi per 100.000 abitanti – in netto aumento rispetto agli 8,76 casi per 100.000 segnalati il ​​3 luglio.

Tra le comunità autonome più colpite si trova in prima linea la Catalogna, con +590 casi in sole 24 ore; a seguire, poi, sono Aragona e Paesi Baschi. E sono proprio i nuovi folocai di queste regioni ad aver maggiromente inciso sul rialzo della curva epidemiologia del Paese. Mentre l’Oms mostra nei suoi ultimi grafici una Spagna diventata la seconda nazione dell’Unione Europea (dopo il Lussemburgo) a segnalare un nuovo aggravarsi della pandemia di Covid-19.

Coronavirus in Spagna, “la situazione è molto preoccupante”

Secondo gli ultimi dati forniti dal bollettino nazionale, in poco più di due settimane il numero dei casi di coronavirus in Spagna è pressoché triplicato. Sono ora in totale 264.836 gli infettati a partire dall’inizio della pandemia, mentre il numero di vittime si assesta a 28.422 decessi. I focolai attivi nel Paese sono al momento 201, con Barcellona e Lleida che fanno da epicentro. Eppure, pare anche che la metà dei nuovi positivi (di cui il 66% è di età compresa tra i 15 e i 59 anni) non sappia nemmeno dove si sia contagiato, secondo quanto viene riportato dall’indagine della Red Nacional de Vigilancia Epidemiológica e dell’Instituto de Salud Carlos III.

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foto via Euronews

Lunedì scorso il ministro della Sanità Salvador Illa ha riferito alcuni dei focolai sono scoppiati nelle comunità di lavoratori stagionali impiegati nella raccolta della frutta, ma l’impennata dei contagi è da imputare anche alla negligenza da parte dei giovani, che non indossano più le mascherine e non rispettano più il distanziamento sociale sia nei luoghi al chiuso che all’aperto, in spiaggia.

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Il portavoce della società spagnola di epidemiologia, Rodríguez Artalejo, ha spiegato che “la situazione nelle regioni di Catalogna, Aragona e Paesi Baschi è molto preoccupante. Se non vengono applicate delle misure di controllo adeguate e accurate, avremo una situazione molto complicata.” Mentre l’epidemiologo Ildefonso Hernández riporta che “nel resto delle regioni la situazione è meno grave, con una tendenza al ribasso come nel caso di Castiglia e León, Madrid, Galizia ed Estremadura, dove la scorsa settimana si è verificato un picco che sembra essersi stabilizzato”.

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